Assenze della politica all'origine di buona parte dei nostri mali finanziari
di Red
SIENA. Grande clamore mediatico ha riscosso la notizia che il sistema finanziario occidentale si sia messo in mano proprio a due italiani che hanno lavorato in passato per Goldman Sachs: chiamandosi Mario (Monti e Draghi) per la fantasia internazionale sono subito diventati Supermario, anche se di super c’è tutto da fare. Innanzitutto, bisogna avere il coraggio di governare e fare delle scelte. Ricordiamo che Tremonti ha guidato le banche nazionali a mettersi in portafoglio – non importa se poi girati ai clienti obbligazionisti o meno, visto che non c’è reale cessione del credito – troppi titoli di stato italiani, sfondando tutte le sacrosante regole di equilibrio patrimoniale. Per qualche amministratore potrà diventare oggetto di responsabilità non essersi comportato da buon padre di famiglia. Certo che così è più facile fare carriera a spese dell’istituto che si guida.
Tremonti in questo modo ha evitato per tre anni di affrontare i problemi del debito pubblico e del deficit crescente, ma la foglia di fico “dell’aver tenuto a bada i conti” si è volata via in pochi mesi una volta che i conti se li sono fatti gli speculatori. Per banche come MPS il risultato è stato doppiamente negativo: oltre a non avere più l’ombrello tremontiano, si dovrà ridiscutere tutto con le nuove autorità del credito nazionale e internazionale. Infatti giovedì Antonio Vigni ha dovuto ripetere che non intende andare a cercare i soldi sul mercato, ma realizzare l’aumento di capitale con partite di giro, con sollievo di Gabriello Mancini. Che contrariamente al solito, dopo la presentazione della trimestrale, è rimasto in silenzio invece di tessere le solite lodi sperticate della banca. Forse è meglio che parli e con giudizio, perché lunedì i mercati potrebbero interpretare negativamente il suo silenzio e le sue aspettative di remunerazione.
La giornata di venerdì, che essendo casualmente l’11/11/11 doveva essere foriera di imprevisti clamorosi tipo fine del mondo o crollo totale dei mercati, e invece era un giorno come un altro. Il venerdì di borsa è stato ottimo a Piazza Affari: +3,68%, con lo spread bund-BTp sceso di ben 100 punti a quota 480. Hanno brillato i bancari con punte fino all’11,66% per Popolare Milano. Le cenerentola del comparto sono state Mediobanca (+3,36%) e MPS con +3,28% a euro 0,293: quelle che qualche settimana fa, e non a caso, indicavano (come da noi riportato) di potersi unire in matrimonio. Certo che la fantasia giornalistica non ha confini: si è sparsa la voce che perfino un colosso come Hsbc potrebbe essere interessato a entrare nel mercato italiano attraverso porta Camollia. Come è stata rilanciata l’idea che Siena e Harvard siano così vicine da permettere a Bini Smaghi di prendere posto a Siena come Amministratore Delegato, una figura che ancora non esiste a Rocca Salimbeni (forse per mancanza di personaggi di tal rango in città e non rischiare il ridicolo). Grazie, ma di amministratori assenti ne abbiamo uno, e ci basta, come dice Mancini “abbiamo già dato in abbondanza”.