Sarà protagonista all'Opera
MONTEPULCIANO – Il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano protagonista all’Opera di Francoforte. A partire dal sabato 14 maggio, il prestigioso teatro tedesco ospita infatti sei repliche di “Luci mie traditrici”, opera di Salvatore Sciarrino, allestita in prima italiana proprio lo scorso anno a Montepulciano. La coproduzione tra l’organizzazione poliziana e l’istituzione tedesca va in scena con l’allestimento che ha debuttato al Cantiere 2010: stesso cast di cantanti, stessa regia e soprattutto stesse scene e luci, tutto pensato e realizzato proprio al Teatro Poliziano.
Lo scorso anno, alla presenza del maestro Salvatore Sciarrino, compositore di culto nell’opera contemporanea, tutta la stampa specializzata e la critica nazionale avevano espresso giudizi lusinghieri sullo spettacolo che ora si confronta con la realtà tedesca. A Francoforte, “Luci mie traditrici” sarà allestita al Depo; per coniugare le diverse esigenze tecniche, il regista Christian Pade si è soffermato sull’aspetto che ritiene più eccitante: la ricerca visiva e la concentrazione su una scena che possa adeguarsi in due constesti così diversi. “In questo senso, siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto”, commenta Pade.
“In quest’opera di Sciarrino – riflette il regista – la musica assomiglia a una membrana che appare a scompare: un linguaggio ermetico che sembra avere la sostanza dei sogni e degli incubi. C’è l’immagine onirica di chi prova a correre ma si sente bloccato. D’altronde è questo il sentimento di tempi attuali: una restrizione dei movimenti che è ormai diffusa a livello globale.”
I protagonisti interlocutori sono quattro: la Malaspina (Nina Tarandek – soprano), il Malaspina (Christian Miedl – baritono), l’Ospite (Roland Schneider – controtenore) e un servo della casa (Simon Bode – baritono). Voce e suono sono gli elementi fondanti di questo apparato: lo stile vocale si avvicina al parlato in una sorta di recitar cantando.
Composta nel 1998, l’opera si articola in 2 atti con 8 scene ciascuno con libretto liberamente ispirato al seicentesco Il tradimento per l’onore di Giacinto Andrea Cicognini, reso in forma dialogica con l’utilizzo di frasi brevi. Nello sviluppo dell’opera i protagonisti diventano prigionieri di un incubo che finirà in catastrofe. “Si tratta di una vicenda che non ha racconto – dichiara lo stesso Sciarrino – ma ogni azione lascia un’eco infinita. La sua forza risiede nell’espressione del canto, nella creazione di uno stile vocale. Non sappiamo – continua Sciarrino – come e se Luci mie traditrici avrà un seguito. Ci troviamo però in una condizione privilegiata, quella di chi assiste a una rinascita della tragedia in musica”.