
Wall Street digerisce bene il dato ambiguo sull’occupazione nel mese di settembre con la disoccupazione in aumento, ma un miglioramento del numero di buste paghe non agricole a conferma che il mercato del lavoro domestico è ancora molto resistente o sarà l’ultimo a cedere in un contesto economico già molto complesso.
In attesa di una settimana ricca di eventi, dalle attesissime elezioni di “mid-term” al dato sull’inflazione del mese di settembre, Wall Street mette a segno una seduta di recupero allontanando il Nasdaq da quota 10.000 punti e dai minimi dello scorso giugno.
Gli indici accelerano nella parte finale, dopo una partenza incerta, anche se non riescono a chiudere sui massimi intraday.
Nasdaq e Dow Jones guadagnano l’1,3%, l’S&P500 l’1,4% mentre il progresso del Russell 2000 si ferma al 1,1%.
Tra i big della tecnologia in recupero Nvidia (+5,5%), Microsoft (+3,3%) e Google (+3,8%), mentre soffrono ancora sia Apple (-0,2%) che Tesla (-3,6%).
VIX in ribasso del tre per cento a 24,55 punti.
Prosegue la risalita dei rendimenti obbligazionari, per la quinta seduta consecutiva, con il decennale governativo che si apprezza di altri due punti base al 4,16%.
Giornata euforica per tutte le materie prime indistintamente, ad eccezione di quelle agricole che chiudono comunque in positivo.
Il petrolio guadagna oltre il cinque per cento e sale a 92,6 dollari al barile.
Ancora più brillante, invece, il rame (+8%).
Seduta molto positiva anche per i due principali metalli preziosi – oro e argento – con il metallo più nobile che mette a segno un rialzo di oltre il tre per cento e l’argento del sette e mezzo.
In denaro anche palladio e platino, entrambi in guadagno di quattro punti percentuali.
Sul mercato valutario il dollaro cede quasi due complete figure scivolando nei confronti della moneta unica a 0,992 con un calo del -1,7%, il più marcato dal giugno 2016.
Fonte MarketInsight