Presentato il restauro. Lopera tornerà al Museo Corboli di Asciano
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Fra la fine di maggio e gli inizi di giugno, l’opera farà ritorno nel Museo di Arte Sacra di Palazzo Corboli ad Asciano (Siena) una delle 34 perle della Fondazione Musei Senesi, dov’è conservata e dove verrà nuovamente esposta al pubblico.
Ed è proprio grazie al generoso contributo della Fondazione Musei Senesi, il supporto della Fondazione Monte dei Paschi di Siena in parte integrato con finanziamenti ministeriali, che è stato reso possibile il restauro realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure da un’equipe di restauratori diretta da Marco Ciatti e coordinata da Luisa Gusmeroli.
Come ricorda Cecilia Alessi funzionario della Soprintendenza senese che da tempo studia il dipinto, il trittico fu attribuito per la prima volta ad Ambrogio Lorenzetti dal De Nicola (1912), che lo vide nella su antica collocazione di Badia a Rofeno e costituisce una delle più formidabili testimonianze della pittura di questo artista. L’immagine imponente del San Michele Arcangelo, elegantissimo, che lotta con la bestia dalle 7 teste descritta dall’Apocalisse, ebbe una singolare risonanza nelle generazioni di artisti a venire, apprezzato anche per gli azzardati ed accattivanti contrasti cromatici.
Separato per motivi conservativi dalla cornice intagliata da Fra’ Raffaele da Brescia (Brescia 1479 – Roma 1539), il trittico ha rivelato la sua struttura primitiva praticamente intatta e il restauro ha permesso di scoprire l’originale cornice trecentesca dipinta secondo uno schema decorativo insolito. Questo impiego così inconsueto trova una sua motivazione nel tentativo, perfettamente riuscito, di armonizzarsi cromaticamente con le tonalità modernissime dell’immagine dell’Arcangelo, a cui del resto si legò anche Fra’ Raffaele nel fondale azzurro, ritrovato nel corso di questo restauro della cornice.
La fortuita scoperta costituisce una tappa fondamentale nella conoscenza delle capacità formali di Ambrogio e dà un senso alla testimonianza del Vasari che documentava per il Polittico di Badia a Rofeno una fortuna critica straordinariamente vasta.