SIENA. Che valore aggiunto possono fornire gli enti no-profit nel “disegnare” gli studi clinici? Quali combinazioni di farmaci sono più efficienti nei diversi tumori? In che modo incrementare la quota di persone che risponde positivamente all’immunoterapia? Questi sono alcuni dei temi che sono stati affrontati dal 6 all’8 ottobre durante la VI edizione del “Think Tank: a vision of I-O. Call for actions” organizzata dalla Fondazione Nibit in collaborazione con due eccellenze internazionali come il Parker Institute for Cancer Immunotherapy e il World Immunoterapy Council.
.A discuterne – grazie alla supervisione di Michele Maio, direttore della Cattedra di Oncologia dell’Università di Siena e del Centro di Immuno-Oncologia (CIO) al Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena e presidente di Fondazione NIBIT – sono stati i principali esperti mondiali nel campo dell’immuno-oncologia. Ospite d’onore James Allison, premio Nobel per la medicina nel 2018, pioniere dell’immunoterapia.
“Gli ultimi dieci anni della ricerca sul cancro – spiega Michele Maio – sono stati caratterizzati dall’avvento dell’immunoterapia. Grazie ad essa abbiamo capito che con il sistema immunitario è possibile controllare la malattia sul lungo termine. Un approccio che ha rivoluzionato la cura di molte neoplasie come il melanoma metastatico e il tumore del polmone”.
Oggi grazie alla ricerca sappiamo che l’immunoterapia può essere usata in quasi tutti i tipi di tumore, da sola o in combinazione ma purtroppo non sempre con gli stessi effetti. Alla luce di questa evidenza l’obiettivo è ora quello di identificare le combinazioni terapeutiche migliori per ogni singolo tumore perché un’opportuna strategia di combinazione di più immunoterapici con target differenti può cambiare davvero la prospettiva di vita dei pazienti.
“In quest’ottica – prosegue Maio – un ruolo sempre più centrale lo stanno assumendo le organizzazioni no-profit sia nella fase pre-clinica di individuazione dei possibili fattori che limitano l’efficacia dell’immunoterapia sia nel “disegnare” trial clinici.” Un esempio pratico è stato lo studio NIBIT M-2 sviluppato presso il CIO dalla professoressa Anna Maria Di Giacomo. Grazie alla ricerca pre-clinica di Fondazione NIBIT è stato possibile mettere a punto uno studio che ha cambiato la pratica clinica nella cura del melanoma con metastasi cerebrali asintomatiche o non pre-trattate. Non solo, ad oggi Fondazione NIBIT sta portando avanti un ulteriore studio, NIBIT ML-1, in cui ad essere sperimentata è una combinazione di immunoterapici e farmaci epigenetici per cercare di migliorare l’effetto dell’immunoterapia in quei pazienti con tumore del polmone e melanoma che inizialmente non ne hanno tratto beneficio. Strategie possibili grazie al ruolo delle organizzazioni no-profit. Ma il Think Tank è stato anche l’occasione per discutere di quei fattori in grado di migliorare la risposta alle terapie. Il ruolo del microbioma (l’insieme dei microrganismi che popolano il nostro intestino) e l’influenza della restrizione calorica sono stati alcuni degli argomenti trattati durante la VI edizione dell’evento organizzato da Fondazione NIBIT.
“Le sfide nel campo dell’immuno-oncologia sono molte. Per prima cosa occorre continuare a studiare per comprendere quali sono i pazienti che meglio rispondono a queste cure e quali no. Farlo è importante perché conoscendo i meccanismi alla base del mancato funzionamento dell’immunoterapia potremo agire su di essi per revertire il fenomeno. Ma per comprendere tutto ciò occorrerà sempre di più una collaborazione tra i differenti addetti ai lavori. Lo spirito del Think Tank che ogni anno organizziamo è proprio questo. Mettere a fattore comune l’esperienza maturata dai diversi professionisti per porre le basi della ricerca in immuno-oncologia dei prossimi anni” conclude Maio.
Il prossimo appuntamento con la VII edizione di “Think Tank: a vision of I-O. Call for actions” è fissato per il 5-7 ottobre 2023.