Siena tra gli istituti a rischio di ulteriore aumento di capitale
di Red
SIENA. Un report di Barclays Capital afferma che le banche europee dovranno ricostituire il capitale per circa 244 miliardi di euro, oppure – in alternativa – ridurre gli asset pensati per il rischio del 28%, per raggiungere il core tier 1 entro il 2013 come richiesto da Basilea 3. Mai è successo finora, nota Barclays Capital, che le banche in esame adottassero soluzioni diverse dall’aumento di capitale per ottenere un risultato del genere. Teoricamente sarebbe possibile. Tuttavia una soluzione diversa sarebbe una avventura mai esplorata, soprattutto da quelle banche più esposte alle variabili macroeconomiche. Una lista assortita divisa in due fasce.
Nella prima ci sono Credit Suisse, Deutsche Bank, Credit Agricole, SocGen, KBC e UBS. Nella seconda fascia di rischio Standard Chartered, HSBC, Intesa San Paolo, Monte dei Paschi, BBVA e BNP Paribas. Non è certo, secondo l’opinione di Barclays Capital, che le banche elencate tenteranno la strada dell’aumento di capitale, a meno di un “double dip” (letteralmente doppia ricaduta, ndr) dell’Eurozona. Se tre indizi fanno una prova, visto che non sappiamo se e come i Tremonti bond verranno restituiti al Ministero, la nuova ricapitalizzazione che porterà via Monte dei Paschi da Siena potrebbe essere più vicina di quanto i silenzi delle stanze senesi possano dire. Continuiamo a pensare che la presidenza di MPS dovrebbe trattare con il Ministero dell’Economia la trasformazione dei vituperati Tremonti bond in un prestito a tasso agevolato, procrastinandone il rientro al Tesoro fra dieci anni. Non tocca la credibilità del sistema Italia una cifra così piccola né fa parte del contenuto della manovra economica, ma al core tier 1 di Rocca Salimbeni farebbe l’effetto di un aumento di capitale. Una tantum, che non avrebbe titolo per essere esteso alle altre banche, che li rifiutarono a suo tempo. Non dovrebbero essere contrari neppure quelli che si battono per la nazionalizzazione delle banche, ree di aver creato, alimentato e sostenuto le bolle speculative e di aver fatto in modo che i governi mondiali prendessero quei provvedimenti legislativi per far si che gli avvenimenti del 2008 non si ripetessero, e oggi siamo a cantare quella vecchia canzone. Fra dieci anni, se ci saremo, saranno sicuramente tempi migliori per tutti, anche per rendere i Tremonti bond allo Stato Italiano.