di Paola Dei
VENEZIA. Accanto alla selezione ufficiale della 78 Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, piccole perle vengono disseminate nelle sezioni parallele che accompagnano la kermesse. È il caso de Le giornate degli autori, che ha preso il via il 31 agosto con un opera del regista franco-libanese Wissam Charaf, il quale ci conduce a Beirut per raccontarci una storia d’amore asciutta, in cui si intrecciano discriminazioni razziali e difficoltà del vivere in luoghi nei quali la povertà rende tutto estremamente complicato. Gaia Furrer, direttrice artistica delle Giornate degli Autori presentando il film ha detto: “Il Libano delle cronache più recenti è quello di una società colpita duramente dalla miseria. Dirty difficult dangerous racconta il dramma delle discriminazioni – che sono persino interne alle stesse comunità di migranti che popolano il paese – con la giusta distanza della leggerezza e della poesia. Wissam Charaf riesce a rappresentare i grandi drammi sociali con l’ironia e la tenerezza degna dei grandi maestri. Cominciare da questo film significa per noi aprire la strada all’umore di una selezione fatta di generi cinematografici che – mescolandosi – riescono a rappresentare le sfumature delle emozioni e arrivano a diffondere messaggi urgenti”.
Il regista ha la capacità di narrare un dramma trasformandolo lentamente in una favola con un finale decisamente poetico.
Prodotto dalla società parigina Aurora Films, Dirty, Difficult, Dangerous e coprodotto dalla società libanese Né à Beyrouth Films con l’italiana IntraMovies, che guida anche le vendite internazionali, sceneggiato dallo stesso regista con Hala Dabaji e Mariette Désert, il film racconta le vicende di Mehdia interpretata da Clara Couturet, una giovane ragazza che si occupa di un colonnello in pensione che in certi momenti perde la testa e si comporta come Nosferatu. Il colonnello è interpretato da Rifaat Tarabey. In casa con loro vive la moglie dell’uomo interpretata da Darina Al Joundi. In questo clima asfittico nasce la storia d’amore fra Mehdia e Ahmed interpretato da Ziad Jallad che perde continuamente pezzi di metallo dal corpo a seguito di una esplosione di una bomba. A seguito di vicissitudini che evidenziano la difficoltà del vivere in luoghi dove la xenofobia e la miseria rendono complicato anche vivere una storia d’amore, i due giovani non rinunciano a cercare di costruirsi una vita migliore.
Lontano da pruderie e facili sentimentalismi il film è un racconto che cerca soprattutto la semplicità e la freschezza di una storia che, come nella canzone di De Andrè, dal letame riesce a far nascere fiori.