Aumento di capitale: un affare per tutti, nefasto solo per la Fondazione
di Red
SIENA. Si è chiusa l’operazione aumento di capitale con un successo indiscutibile del 99,91% di adesioni. Ha aderito anche Coop Firenze (2,99%) Turiddo Campaini, presidente del consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze, annunciando venerdì l’adesione pro quota all’aumento di capitale di Banca Mps (con lo stesso Campaini nel cda), ha definito l’investimento da «puramente strategico» a investimento «finanziariamente conveniente»: limitandosi a sottolineare la «convenienza» del nuovo esborso a 0,446 euro per azione: 60 milioni in aggiunta ai circa 300 investiti fin qui a Siena, con un prezzo medio di carico di 1,3 euro e minusvalenze già contabilizzare per poco meno di 200 milioni. Campaini intende continuare a ballare, ma c’è chi ha trovato nelle sue parole una freddezza verso la banca che prima non c’era, ma in prospettiva non ha fatto un cattivo investimento. Addirittura Caltagirone è salito leggermente nell’azionariato della banca (4,72%) sfruttando un giro di valzer col trading, che non lo avrà impoverito. Certamente il momento non era dei più propizi per affrontare un’operazione di aumento di capitale. L’effetto-ingorgo prodotto dagli aumenti in corso o appena chiusi, la turbolenze sui debiti sovrani (Grecia e Portogallo su tutti) e le difficoltà dell’intero comparto bancario a livello internazionale non hanno aiutato la banca Monte Paschi Siena. E in effetti l’andamento del titolo nel venerdì di Borsa è stato contrastante: partenza sprint con un lusinghiero +2,82%, chiusura negativa con un -3,01%, figlia dell’andamento generale per il settore bancario, a causa delle querelle Berlusconi-Tremonti che indeboliscono l’azione del governo per il risanamento dei debiti pubblici. Quindi non hanno giocato a favore di MPS gli altri elementi che il mercato sembra intenzionato a riconoscere per investire sulla crescita patrimoniale del gruppo senese guidato dal direttore generale Antonio Vigni e presieduto da Giuseppe Mussari. Come sottolinea un recente report di Societè Generale, dopo la ricapitalizzazione il titolo B.Mps potrà contare su tre punti di forza: il forte capitale, la ristrutturazione legata a una riduzione dei costi per 466 milioni nel 2015 (già qualche centinaio di dirigenti “inutili” è stato liquidato in Direzione Generale) e l’enorme potenziale della bancassicurazione. Addirittura Bank of America Merrill Lynch ha alzato il suo giudizio sull’istituto da “Underperform” a “Neutral” con target price a 0,7 euro (oggi siamo a 0,5155 euro).
Chi ha sottoscritto la quota di aumento capitale delle azioni ex-Fondazione ed ex-privilegiate invendute rimaste nelle mani di Goldman Sachs? Erano circa il 5% dei titoli della banca MPS, che peseranno come minusvalenza nella semestrale della banca americana… c’è da credere che a New York – dove hanno stimato il valore dell’azione a 0,9 euro – scommettano su una ripresa del titolo nel breve periodo, che consenta loro di guadagnare il 100% dall’operazione. Quindi l’aumento di capitale alla fine sarà stato vantaggioso per tutti, tranne che per la Fondazione che si è dissanguata, indebitata e registrerà minusvalenze di almeno 400 milioni di euro, che ridurranno a zero le erogazioni al territorio per molti anni a venire. E pensare che nel 2010 Comune e Provincia si erano spartite una torta da 18 milioni di euro…
Veniamo infine al capitolo nomine. Archiviata la pratica Parlangeli, gestita in gran segreto come solito, c’è chi ricorda che le nomine di Rocca Salimbeni scadranno nella primavera 2012 e così in Fondazione. Come ricorda IlSole24ore.com “la politica (in particolare l’asse fra il nuovo sindaco Franco Ceccuzzi e il presidente del consiglio regionale, Alberto Monaci) si stia già preparando al valzer delle poltrone”. Saluteranno i protagonisti della rovina di Siena, saliranno quindi alla direzione della banca nuovi “attori” provenienti comunque dalle stesse fila dei precedenti. Si dice già da tempo il nome del nuovo presidente della banca: Alessandro Piazzi, deputato amministratore della Fondazione e ad di Estra…
Tomasi di Lampedusa sarebbe orgoglioso di questa riedizione del suo “Gattopardo” in salsa senese.