Intanto il titolo risale leggermente grazie alla soluzione della crisi greca
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di Red
SIENA. Alle 9:10 del 28 giugno 2011 una azione Mps valeva meno di un’ora di parcheggio allo Stadio pagata con la derelitta SienaCard o Minipay che dir si voglia: euro 0,4879 euro. Nel corso della giornata i disordini intorno al Parlamento Greco non avevano la meglio sulla necessità del governo ellenico di aderire ai comandi dell’UE e nel pomeriggio la certezza che il piccolo paese del sud-est europeo sarebbe stato salvato dalla bancarotta faceva schizzare all’insù tutti i titoli di Borsa, incluso MPS. Il trend finalmente positivo ricollocava l’azione a euro 0,5135, col primo segno più da non si sa più quanto tempo. Senza meriti e senza demeriti particolari per nessuno. Intanto Radio Montepaschi sta mandando segnali importanti agli uomini nelle posizioni di comando di Banca e Fondazione. Uno al consigliere Gorgoni per la speculazione sui diritti che gli ha fruttato 504.000, euro. Due con i rumours, pesanti nelle parole quanto nelle insinuazioni, che vorrebbero il provveditore Marco Parlangeli, una delle poche persone di comprovata professionalità in campo economico bancario dei vertici della Fondazione, divenire il primo capro espiatorio delle troppe mosse false che vi abbiamo raccontato in questi mesi fino alla dichiarazione di 128 milioni di euro di passivo, che hanno seccato il rubinetto delle erogazioni. Una mossa falsa per tutte? I 450 milioni di titoli in mano a Goldman Sachs che, invenduti alla data odierna, genereranno grosse minusvalenze nella semestrale della banca d’affari. Lasciando prevedere un conto sanguinoso che qualcuno deve pur pagare perché nessuna istituzione finanziaria, comprese quelle che garantiscono l’aumento di capitale da 2, 175 miliardi, vogliono ritrovarsi nella medesima situazione degli americani. E chi meglio di Parlangeli, il Provveditore/tecnico che, probabilmente, ha dovuto solo mettere in pratica i “suggerimenti” dati dal comitato centrale del potere politico locale che fa il bello e cattivo tempo dal Comune alla Provincia fino su su alla Banca, e che ha dispensato suggerimenti utili solo a procrastinare la resa dei conti della malagestione? In più, il Provveditore ha già un incarico prestigioso conquistato lo scorso 28 maggio: presidente dell’ Efc (Centro Fondazioni Europee). Promoveatur ut amoveatur, proprio come gli antichi Romani e il manuale dell’arte politica insegnano. Inoltre siede nel consiglio di amministrazione di Mediobanca e del Comitato di supporto Cassa Depositi e Prestiti e non resterà a spasso.
Peccato che le responsabilità principali siano anche al livello superiore, ma forse l’incarico ai vertici dell’Abi spingerà i vertici cittadini, dopo Parlangeli, a discettere anche sulla dipartita di Giuseppe Mussari dalla poltrona principale di Rocca Salimbeni e sperare di chiudere così il periodo più nero nella storia plurisecolare dell’Istituto. Come di prammatica, l’inizio delle ostilità dentro le istituzioni bancarie senesi è cominciato ieri, nel momento in cui si davano i cavalli in Piazza per il Palio di Provenzano, e la gente aveva ben altro da fare che raccogliere di questi pettegolezzi o di leggere qualche articolo di giornale, anche on line.
Il presidente di Banca MPS stia tranquillo: almeno fino al Palio del 16 agosto, le uniche distrazioni per i senesi rimarranno le vacanze al mare.
Nella giornata di giovedì si deve registrare l’annuncio che banca Popolare di Spoleto, partecipata da MPS di cui a inizio giugno Mussari dovette negare l’esistenza di dossier per la vendita della quota detenuta, “entro il 2014 punta a un utile netto di oltre 21 miliardi”. E così, alla chiusura delle contrattazioni, l’azione MPS vale 0,5225 euro, in rialzo del 1,75%, quasi tutto conquistato nelle ultime ore. Ora alla Siena Parcheggi ci devono anche il resto, con cautela però. Dopo il Palio si entrerà nel vivo dell’aumento di capitale e si conoscerà la risposta dei mercati. Per l’accoppiata Banca-Fondazione presentarsi con tutte le carte in regola e con gli uomini giusti potrebbe essere determinante, l’ultima tegola lanciata da Moody’s non è da sottovalutare.