Un rincaro inaccettabile deciso in modo unilaterale, senza alcuna forma di concertazione con produttori e macelli dice Ligas
SIENA. Prestazioni veterinarie alle stelle, allevatori pronti a mobilitarsi. È questa la reazione degli allevatori di Coldiretti Siena all’introduzione del nuovo tariffario, deciso lo scorso 10 agosto, ed entrato in vigore il 3 settembre e che prevede nuovi prezzi, al rialzo, applicati dai Dipartimenti di prevenzione delle aziende Usl per le prestazioni veterinarie e di igiene degli alimenti di origine animale ad allevamenti e a macelli.
“Stiamo parlando di aumenti stratosferici, che, in alcuni casi – spiega Fausto Ligas, presidente Coldiretti Siena – superano addirittura del 200 per cento gli importi pagati fino ad oggi da allevatori e macellai. Ad esempio il passaporto dei bovini da 1 euro e 36 centesimi passa a 4 euro. Un rincaro inaccettabile, tra l’altro, deciso in modo unilaterale, senza alcuna forma di concertazione con produttori e macelli, i protagonisti che, ogni giorno, sono impegnati nel portare avanti questo mestiere e questa forma di allevamento che altrimenti verrebbe persa. Il nuovo balzello, infatti, colpisce un settore che sta attraversando un momento delicato, come dimostrano i dati che raccontano un calo continuo e irreversibile di capi e di aziende”. In provincia di Siena, fino al 2000, si contavano bovini, soprattutto chianini, per una produzione totale di 13.908 capi, scesi oggi a 10.320, mentre gli ovini, in assoluto i più allevati, con 128.164 capi, oggi sono 112.842. Numeri importanti che di anno in anno vanno ad assottigliarsi, diminuisce la zootecnica e con essa anche gli allevamenti di equini, caprini, suini, avicoli, conigli e struzzi. “All’aumento dei costi di produzione si aggiunge il calo della redditività e come se non bastasse – commenta Massimilisano Volpone, direttore Coldiretti Siena – quest’anno, gli allevatori hanno dovuto fare i conti anche con problemi importanti come la siccità che ha caratterizzato i mesi estivi, riducendo drasticamente la produzione di foraggere. In una situazione generale in cui le avverse condizioni meteo hanno determinato il vertiginoso aumento del prezzo di mais, soia e derivati, generando la contrazione delle produzioni di latte e carne, l’aumento delle prestazioni veterinarie rischia davvero di mettere in ginocchio gli operatori zootecnici”.