Nessun progetto faraonico per lo scalo senese. E la proprietà deve rimanere in mano pubblica

SIENA. Ieri sera (9 maggio), all’incontro promosso dal Comitato contro l’ampliamento dell’Aeroporto di Ampugnano presso la Pubblica Assistenza, il dibattito sul tema del futuro dello scalo senese non ha prodotto, di fatto, nessun risultato e, soprattutto, non ha messo in chiaro le vere questioni che, da anni ormai, dividono l’opinione pubblica.
La scarsa incisività del confronto di ieri è derivato da un primo fattore: secondo quanto richiesto dagli organizzatori dell’incontro, non si doveva parlare del passato. Ma chi non era interessato a parlare del passato? Sicuramente Ceccuzzi, perché tutti gli altri candidati a sindaco hanno ben poche responsabilità in merito alle situazioni pregresse: dalla gestione disastrosa e debitoria della società agli appalti; dai progetti faraonici alle persone indagate.
Il dibattito è stato dunque indirizzato esclusivamente verso il “futuro”. Ma anche su questo fronte la verità è rimasta nascosta e, come sempre nella nostra città, si è dato ampio spazio ai “problemi collaterali” lasciando da parte quelli essenziali. Ad esempio, secondo gli organi preposti all’autorizzazione e alle gestione del traffico aereo, Ampugnano è ormai declassato a struttura di ambito regionale, le cui competenze sono della Regione e della Provincia. Quindi sono questi due enti che si dovrebbero far carico, quasi totalmente, dei costi relativi alla gestione dello scalo.
Dalla discussione di ieri è emerso che quasi tutti i candidati sono concordi nel sostenere che, dopo l’esperienza della Galaxy, la struttura aeroportuale debba rimanere sotto il controllo pubblico per tutelare il territorio da eventuali rischi ambientali derivati da faraonici e “predatori” progetti privati. Soltanto Alessandro Nannini ha caldeggiato il passaggio della gestione ad una società privata, l’allungamento della pista e il raggiungimento di un numero di passeggeri tale da permettere qualche utile.
Dal mio punto di vista, che è quello della coalizione per Corradi, questa scelta è impraticabile, perché qualunque privato, senza elevati e continui contributi pubblici, potrebbe accettare la gestione dello scalo di Ampugnano soltanto se gli si consentisse di puntare ad estremizzare il numero dei voli. Una scelta di ampliamento che, senza garantire il pareggio di gestione, che resterebbe un obiettivo utopico, causerebbe in cambio la sicura rovina di un paesaggio naturale di strardinaria valenza ambientale e turistica.
Tanto vale dirsi la verità: lo scalo di Ampugnano non ha un futuro come strumento per potenziare i collegamenti della città. Poniamo allora l’obbiettivo di garantirne e promuoverne una buona manutenzione e di permetterne l’utilizzo per qualche volo privato e per l’attività della protezione civile. Concentriamo piuttosto le nostre risorse sulla viabilità e sulle ferrovie per uscire dall’isolamento in cui è costretta la città e, per quanto riguarda i collegamenti aerei, facciamo convenzioni con le compagnie che atterrano a Pisa e a Firenze per portare, tramite bus, i turisti a Siena. Per assicurare alle stesse il “vuoto per pieno” i soldi si possono trovare: basta eliminare qualcuno dei troppi concerti gratuiti in piazza. Aiuteremmo così veramente le strutture ricettive cittadine, da subito, vendendo alle agenzie turistiche pacchetti più completi.
Pierluigi Piccini
capolista Liste civiche senesi