SIENA. Proteggere il territorio dal rischio idraulico e salvaguardare la produzione e la raccolta dei tartufi in provincia di Siena. E’ con queste finalità che il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud e l’Associazione Tartufai Senesi, sotto l’egida della Provincia di Siena che ha anche ospitato la firma dell’accordo, hanno stipulato una convenzione di un anno (rinnovabile per un altro anno): Cb6 continuerà ad occuparsi della manutenzione dei corsi d’acqua pubblici, ma con la consulenza e il supporto dei tartufai, che invece cureranno direttamente i fossi privati. E’ un accordo importante, che riguarda oltre mille chilometri di corsi d’acqua, in tutti i comuni tartufigeni: Siena, Montalcino, Asciano, Buonconvento, Murlo, Monteroni d’Arbia, Castelnuovo Berardenga, Trequanda, Asciano, Pienza e San Quirico d’Orcia.
CB6 e Tartufai senesi firmano un accordo per proteggere il territorio
All’incontro e alla firma hanno partecipato anche il presidente della Provincia, Silvio Franceschelli, e Gabriele Berni, delegato della Provincia per la gestione del tartufo. “E’ una convenzione estremamente importante – sottolinea Berni – perché è la dimostrazione che si può intervenire nell’ambiente in cui viviamo conservando, anzi migliorando, la sua capacità produttiva”. “Il tartufo è un prodotto di eccellenza per il nostro territorio – riflette Berni – l’accordo offre un ulteriore potenziale di sviluppo all’intera filiera”.
Soddisfatto Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud. “Il consorzio – ricorda – è aperto a ogni collaborazione che possa aiutare a rendere più sicuro il nostro territorio e al tempo stesso a valorizzarlo”. “Il legame con i Tartufai Senesi – aggiunge il presidente – è ormai storico e ci permette di avere delle sentinelle sul territorio, volontari esperti che supportano i nostri tecnici e i nostri operai”.
“E’ una convenzione che migliora il nostro lavoro – spiega Paolo Valdambrini, presidente Associazione Tartufai Senesi – una collaborazione davvero preziosa che proteggerà dal rischio idraulico, attraverso i 250 associati che abbiamo in tutta la provincia, e che ci permette di salvaguardare il tartufo. Parliamo di un prodotto importantissimo ma estremamente delicato, le nostre conoscenze saranno utili per capire come, dove e quando intervenire. Le metteremo al servizio del Consorzio e ci impegneremo direttamente sui fossi privati”.