Finisce 16 voti a 14 per il "no"
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di Augusto Mattioli
SIENA. Il destino del sindaco dimissionario Franco Ceccuzzi sembra ormai segnato. Per l’ennesima volta, durante l’ultimo Consiglio Comunale, la maggioranza è andata sotto nel voto sulla stabilizzazione del bilancio comunale per il triennio 20012-2014.
Una maggioranza spaccata, che non ha trovato, in questi giorni, alcuna possibilità di risanamento.
Una lunga, lunghissima disquisizione, da parte dei vari consiglieri ha, come ormai diventata tradizione, anticipato le decisioni di voto. La minoranza (Pdl, Sinistra per Siena, dissidenti del Pd e un consigliere del gruppo misto ma proveniente dagli ex Riformisti) ha bocciato il documento economico con 16 voti contrari su 14 favorevoli e l’astensione dei due consiglieri delle liste civiche, Corradi e De Risi. Era assente per motivi di salute il consigliere PD Nannizzi.
Nessun colpo di scena, nessun sostegno al sindaco che, dopo questa ennesima sconfitta ha dichiarato irrevocabili le sue dimissioni. Dunque, l’attesa per l’11 giugno – data ultima per ritirarle – a questo punto è vana. Ceccuzzi è stato più volte al centro degli interventi anche duri dei consiglieri che hanno “votato contro” ed ha dichiarato che, proprio gli ex alleati hanno offerto ad un centro destra poco compatto e poco preparato una città nel pieno di una crisi difficile da affrontare.
Sulle parole del sindaco – e forse anche sul suo destino – è certamente pesato anche il “caso Brontos” con la notizia, battuta da tutte le agenzia questa mattina, del rinvio a giudizio del presidente Mps, Alessandro Profumo.
La banca e la Fondazione Mps, sono comunque stati “ospiti silenziosi” di questo Consiglio Comunale. Se nei giorni scorsi da parte dei dissidenti del Pd era emerso un certo “scontento” per le nomine nel cda della banca, oggi la discussione ha riguardato esclusivamente il bilancio e i numeri che restavano troppo difficili da sostenere senza l’intervento dell’azionista di maggioranza del Montepaschi. Polemiche, dunque, sul merito del documento che però lasciano qualche dubbio circa la tempestività della loro insorgenza (ovvero proprio all’indomani di quelle famose nomine).
Il vero colpo di scena, però, lo ha tirato fuori proprio il sindaco. “Abbiamo appreso dell’esistenza di una mozione di sfiducia nei miei confronti – ha detto specificando anche le ragioni – accosandomi di aver avviato un rinnovamento a tutti i livelli, a partire da quello bancario in cui stiamo vivendo una crisi profonda. Io ho avviato una autocritica e credo che tutti dovrebbero ammettere le proprie responsabilità. Io mi sono dimesso ma altri che hanno avuto responsabilità gravissime sono al loro posto. In ogni caso il voto di oggi è un voto contro la città”.
Un colpo di scena, certo, ma non per gli “addetti ai lavori” che sapevano di questa manovra già da qualche giorno. Confermata anche dalle parole del consigliere De Risi che ha ammesso: “L’ho sottoscritta anch’io ma, al tempo, c’erano solo quattro firme”. Dunque, un tentativo non andato a buon fine, dal momento, come ha specificato il sindaco stesso “servono 17 firme su 32 consiglieri”.