di Roberto Cappelli
VALDICHIANA. “Mondi possibili” è il titolo della nuova grande mostra di Eliseo Mattiacci, allestita in Val di Chiana, tra le colline e i vigneti dell’azienda Icario. La mostra, inaugurata il 1° novembre 2008, negli spazi della Cantina Icario, sarà visitabile fino al 30 aprile 2009.
Tra dentro e fuori, tra terra e cielo, Mattiacci ha pensato ad un percorso che si dipana idealmente verso l’alto, alla ricerca, appunto, di “mondi possibili”, attraverso una serie di opere che hanno come tema privilegiato il rapporto dell’uomo col cosmo. All’aperto, poggiata su uno spuntone che guarda la valle, è la grande scultura (oltre sette metri di lunghezza!) Le vie del cielo, del 1995/6, una sorta di invito al viaggio cosmico, con i suoi binari d’acciaio proiettati verso il cielo; all’interno, nella grande sala riservata alle esposizioni, e dal pavimento di vetro, è invece “Corpo celeste” (ideato per l’occasione), un agglomerato apparentemente caotico di trucioli metallici che formano una semisfera, quasi che il caos del singolo elemento si combinasse in un universo di relazioni; nella cantina vera e propria, tra le botti di rovere e il loro profumo, una macchina per osservare l’universo. Ovviamente, l’osservazione del cosmo attraverso queste sculture, che sono vere e proprie “macchine per immaginare”, assume i connotati di un’osservazione metaforica, dove il cosmo osservato è quello interiore: si guarda il cielo per comprendere se stessi, operazione che i sacerdoti e i magi di Ur e di Ninive compivano quotidianamente, durante l’infanzia dell’umanità. E’ a quell’originarietà che mira anche Eliseo Mattiacci. Eliseo Mattiacci è uno dei protagonisti dell’Arte Povera italiana; il movimento ribattezzato da Germano Celant alla fine degli anni Sessanta che propose l’insorgere di oggetti ed elementi primari come fonti e fasci di energie.