La Regione riduce l'impegno a favore di Sviluppo Toscana
SIENA. Dall’associazione Confronti riceviamo e pubblichiamo.
“Il Consiglio regionale ha discusso nei giorni scorsi del futuro di Fidi Toscana, la ‘finanziaria’ regionale istituita nel 1974, strumento di sostegno al sistema delle imprese compartecipate dalle principali banche della Toscana. Oggi, prevalentemente attiva nel mercato delle garanzie prestate alle imprese per l’accesso al credito, non regge più il mercato, anche a causa della presenza delle garanzie dirette dello Stato, emerse nel periodo maggiormente critico della pandemia.
Contro il rischio di una liquidazione che impoverirebbe il sistema di competenze e professionalità diffusamente riconosciute, la Regione ha deciso di ridurre la sua presenza nel capitale della società, a vantaggio di operatori del settore (i consorzi fidi delle associazioni di categoria), per concentrarsi sulla trasformazione di Sviluppo Toscana, società “in house” della Regione, in vera e propria agenzia per lo sviluppo.
Da tempo, infatti, Fidi non può più gestire direttamente, per conto della Regione, i fondi comunitari, né intervenire nel capitale di società strategiche da rilanciare (compito che invece svolge il fondo di investimento Sici). Sviluppo Toscana gestirà la stragrande maggioranza dei bandi per l’erogazione dei fondi comunitari alle imprese, e, nelle idee della Regione, assorbirà Sici per le azioni di intervento nel
capitale delle imprese. Si tratta di operazioni che metteranno al centro anche la salvaguardia dei livelli occupazionali, oltre che delle alte professionalità lì maturate in quasi cinquant’anni di attività.
Oggi, per vincolo legislativo, Fidi non può più essere quello strumento della Regione di sostegno alle imprese che è stato per tanti anni. Non c’è più quel sistema del credito con testa decisionale in Toscana, che ne è stato attivo compartecipe per tanti anni.
Oggi le banche socie di Fidi hanno la testa altrove, frutto di politiche del credito varate dai governi del centrodestra, quando erano in auge i Fazio, i Tremonti, i Fiorani, i Ponzellini.
E’ comprensibile che senza banche con la testa decisionale in Toscana, sparisca la capacità per la Regione di condividere con esse strategie di sostegno e di sviluppo al sistema produttivo locale. E allora, la inevitabile trasformazione di Fidi ci serve per ricordare che è l’ultima occasione per non disperdere il futuro delle nostre imprese nella bontà dei “milanesi”, se va bene.
Ora è chiaro ai “geni” che hanno messo bocca e “becco” sul Monte dei Paschi che la senesità di questa banca era la garanzia del futuro di tutta la Toscana.
Resta l’ultima spiaggia!!!”.