Il consigliere Cerretani ha presentato una interrogazione lo scorso 4 aprile, durante il Consiglio Comunale
SIENA. “Qual è la situazione della raccolta d’arte contemporanea donata al Santa Maria della Scala? Dal sindaco e l’amministrazione comunale tutto tace”. È questo il tema dell’interrogazione di Claudio Cerretani, consigliere comunale di In Campo presentata lunedì 4 aprile, durante la seduta del Consiglio comunale.
“Agli interrogativi posti in merito allo stato attuale – commenta Claudio Cerretani – alle previsioni per l’annosa vicenda, alla rinuncia all’incarico del curatore prof. Alberto Zanchetta, ai costi sostenuti fin ora, al coinvolgimento della Fondazione del Santa Maria della Scala, in assenza del Sindaco, non è stata data alcuna risposta e l’interrogazione è stata rinviata al prossimo consiglio, senza alcuna giustificazione pubblica da parte del presidente del Consiglio”.
“La vicenda relativa alla donazione pervenuta al Santa Maria della Scala – continua il consigliere In Campo – è una storia che ormai va avanti da anni e ancora non è dato sapere il perché di tali attese e quale sia il reale stato di avanzamento. Andando a ricercare in archivio gli atti pubblici relativi che si sono susseguiti in questi anni, per scoprire che, a quasi tre anni dall’acquisizione della raccolta che avrebbe dovuto arricchire le collezioni del Santa Maria della Scala, nulla è stato fatto per renderla fruibile ai cittadini senesi e ai visitatori della città, a parte le spese non trascurabili”.
“Il Consiglio comunale – conclude Cerretani – era stato convocato solo per dare risposta, pur oltre i 45 giorni previsti dal regolamento, alle numerose interrogazioni presentate, trovo che gli ulteriori rinvii, soprattutto se non giustificati, siano poco rispettosi nei confronti delle forze politiche che lavorano costantemente per l’amministrazione. Inoltre, negli ultimi mesi abbiamo assistito a una drastica diminuzione dei consigli comunali fino ad arrivare all’effettuazione di due sole sedute nel 2022. Trovo che tutto questo non giovi alla salute della ‘macchina politica’ che comunque deve poter svolgere il suo lavoro. Le sedute consiliari dovrebbero essere lo strumento istituzionale privilegiato per il dialogo e il confronto fra le forze politiche. Ma forse è solo un sogno”.