SIENA. Da Sena Civitas riceviamo e pubblichiamo.
RIMPASTINO IN GIUNTA
“In una fredda giornata primaverile, segnata da raffiche di neve, De Mossi ha annunciato la chiusura dell’operazione rimpasto.
Alla fine, il classico parto del topolino. Ad un anno dalle elezioni ciò che è riuscito a trovare sono solo due persone disponibili a salire sul suo carro. Questa è la verità. Qualcuno dovrebbe avere il coraggio di dire le cose come stanno. Il sindaco De Mossi avrebbe voluto andare più a fondo. Sostituire, non soltanto l’assessora che si era dimessa e cambiare Tirelli, ma anche rimuovere altri due, se non tre, assessori.
La verità è che in alcuni casi non ha potuto perché tenevano “santi protettori” e poi perché bisogna essere votati al sacrificio ad entrare in campo l’ultimo anno, prendersi le responsabilità dei predecessori e dover rispondere dei tanti guai e disagi da questi provocati ai cittadini.
Non ha trovato sostituti, questa è la verità, che la dice lunga sullo stato di salute della litigiosa compagine di maggioranza di piazza del campo.
E, a ben vedere, l’argomento usato per la sostituzione di Tirelli “più senesi” resta monco, considerato che in giunta restano un assessore lucchese, uno di Poggibonsi e una fiorentina.
Che dire: il rimpasto avvenuto resterà a simbolo della incapacità a realizzare ciò che si è sbandierato ai quattro venti: costruire una nuova classe dirigente della città. Anzi, non ci ha nemmeno provato. E non potrà allentare il giudizio negativo soltanto perché tornerà a mettere la terra in piazza”.
Alla fine, il classico parto del topolino. Ad un anno dalle elezioni ciò che è riuscito a trovare sono solo due persone disponibili a salire sul suo carro. Questa è la verità. Qualcuno dovrebbe avere il coraggio di dire le cose come stanno. Il sindaco De Mossi avrebbe voluto andare più a fondo. Sostituire, non soltanto l’assessora che si era dimessa e cambiare Tirelli, ma anche rimuovere altri due, se non tre, assessori.
La verità è che in alcuni casi non ha potuto perché tenevano “santi protettori” e poi perché bisogna essere votati al sacrificio ad entrare in campo l’ultimo anno, prendersi le responsabilità dei predecessori e dover rispondere dei tanti guai e disagi da questi provocati ai cittadini.
Non ha trovato sostituti, questa è la verità, che la dice lunga sullo stato di salute della litigiosa compagine di maggioranza di piazza del campo.
E, a ben vedere, l’argomento usato per la sostituzione di Tirelli “più senesi” resta monco, considerato che in giunta restano un assessore lucchese, uno di Poggibonsi e una fiorentina.
Che dire: il rimpasto avvenuto resterà a simbolo della incapacità a realizzare ciò che si è sbandierato ai quattro venti: costruire una nuova classe dirigente della città. Anzi, non ci ha nemmeno provato. E non potrà allentare il giudizio negativo soltanto perché tornerà a mettere la terra in piazza”.