Piccini (Lcs) commenta le "esternazioni" degli alleati interni alla coalizione che sostiene Ceccuzzi

SIENA. Crediamo che in un momento particolarmente delicato come quello che stiamo vivendo, fatto di grandi e continui cambiamenti si imponga, necessariamente, un supplemento di responsabilità e sia estremamente pericoloso vedere il futuro con le uniche lenti del solo interesse personale. Responsabilità che vuol dire essere consapevoli dei propri limiti, delle proprie capacità prime tra tutte, per chi si fregia di fare il politico con l’intento di dirigere una collettività.
Questa responsabilità è fin troppo evidente non essere patrimonio della coalizione che sostiene Franco Ceccuzzi, caratterizzata da una progettualità di facciata utile solo a coprire le quotidiane faide interne oramai sotto gli occhi di tutti.
Non è con un Forum sulla buona politica che si nasconde il vero collante che tiene insieme alleati il cui unico interesse non è quello pubblico, ma la resa dei conti fra nemici che appartengono allo stesso schieramento. Ci chiediamo se le dichiarazioni che stanno consegnando ritagli di gloria alla parte più estremista vicina a Ceccuzzi siano condivise da Ceccuzzi stesso e da tutta la coalizione che lo sostiene. E ci chiediamo, anche, se il candidato Ceccuzzi approvi i quotidiani attacchi che il consigliere di Rifondazione Comunista, Fiorino Iantorno, rivolge ai vertici della Banca, pur avendo, lo stesso Ceccuzzi, condiviso in tutti questi anni le scelte politiche che hanno condizionato Siena.
Nonostante ciò non abbiamo letto una presa di posizione del deputato candidato contraria all’alleato Iantorno, anche quest’ultimo folgorato sulla via di Damasco. E’ fin troppo evidente che Ceccuzzi ha proclamato, quali azionisti di maggioranza della sua coalizione, Iantorno e Stumpo di Rifondazione Comunista e Cannamela di SEL, ossia coloro i quali stanno scandendo e dettando l’agenda politica a Ceccuzzi. Operazione che ha schiacciato completamente la parte moderata nel vano tentativo di tamponare l’emorragia di voti che dal PD potrebbe fuoriuscire verso la candidata della sinistra Laura Vigni. E’ la fotocopia della paralisi che attanaglia il PD a livello nazionale che lascia larghi spazi di manovra alle forze di centro. Ci chiediamo come il ceto medio progressista senese possa sentirsi rappresentato da un tale schieramento, in cui gli slogan urlati rubano il posto al vero protagonista di questa tornata elettorale che dovrebbe essere il futuro di Siena.
Invitiamo quella Siena responsabile che vive del proprio lavoro e non mangia il solo pane della politica a riflettere sul futuro che vorrebbe per la nostra città; perché l’amministrazione di una comunità è fatta dagli uomini e dalle donne portatori di bisogni reali e non dal logoro gioco dei soliti attori che ha bloccato Siena.
Pierluigi Piccini