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Chiusura positiva per le borse europee, sostenute dall’ottimismo in merito alle trattative fra Russia e Ucraina per raggiungere il cessate il fuoco.
Il Ftse Mib archivia gli scambi in progresso del 2,4% a 25.308 punti, ben intonato come il Cac 40 di Parigi (+3,1%), l’Ibex 35 di Madrid (+2,9%), il Dax di Francoforte (+2,8%) e il Ftse 100 di Londra (+0,9%). In rialzo anche i listini americani Dow Jones (+0,7%), S&P500 (+0,8%) e Nasdaq (+1,3%), dopo una telefonata tra Biden e i leader del Vecchio Continente.
I colloqui di Istanbul non hanno decretato la fine delle ostilità, ma sono stati fatti passi avanti nei negoziati e prossimamente potrebbe tenersi un incontro fra Putin e Zelenskiy, con la Russia pronta a ridurre le operazioni militari e l’Ucraina disposta ad accettare lo stato di neutralità.
L’ottimismo ha favorito gli acquisti sull’azionario, che hanno pienamente recuperato le perdite subite dopo l’invasione russa anche se gli operatori continuano a monitorare gli impatti del conflitto, gli elevati costi delle commodity e l’impegno delle banche centrali a contrastare l’inflazione.
La resilienza dell’equity contrasta con il crollo delle obbligazioni e l’inversione di parte della curva dei rendimenti dei Treasury, che riflette i timori per un rallentamento dell’economia in scia ad una stretta monetaria più aggressiva da parte della Federal Reserve.
I dati macro odierni hanno evidenziato una discesa del sentiment dei consumatori tedeschi al livello più basso in più di un anno, mentre la fiducia dei consumatori statunitensi è aumentata a marzo. La solida crescita dell’occupazione (in attesa del job report in uscita venerdì) sembra infatti aver compensato le preoccupazioni degli americani per l’inflazione, che rappresenta un rischio per la spesa e la crescita.
Tra le materie prime perdono terreno le quotazioni del greggio con il Brent (-2,7%) a 106,6 dollari e il Wti (-2,9%) a 102,9 dollari, complici i segnali di attenuazione delle tensioni geopolitiche.
Sul Forex, il biglietto verde arretra nei confronti delle principali valute, consentendo al cambio con l’euro di risalire a 1,11 e al dollaro/yen di riportarsi a 122,7, dopo che la valuta giapponese ha toccato i minimi da sei anni per via degli atteggiamenti opposti delle banche centrali (restrittiva la Fed, ancora accomodante la BoJ).
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund rimane in area 148 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,13%.
Tornando infine a Piazza Affari, fra le big cap si distinguono soprattutto Unicredit (+7,5%), Diasorin (+6,7%) e Stellantis (+6,6%), mentre chiudono in coda al Ftse Mib Cnh(-3,7%), Terna (-3,05%) e Tenaris (-2,7%).
Fonte MarketInsight