CASTELLINA IN CHIANTI. “L’EcoMuseo è la “madre” di tutti i progetti di sviluppo di comunità che i quattro comuni del Circondario del Chianti stanno portando avanti in maniera coordinata da anni: lo è perchè guarda ai nostri cittadini con l’obiettivo di migliorarne la conoscenza, la consapevolezza e la responsabilità verso il proprio territorio, e perché si propone di salvaguardare e valorizzare tutto il nostro patrimonio, materiale e immateriale”. Il sindaco Anna Betti ha introdotto così il primo numero della collana editoriale dell’EcoMuseo del Chianti, che si è tenuta sabato (7 febbraio) alla Casa dei Progetti di Castellina.
E' un’importante attività di documentazione e approfondimento sugli “Itinerari Archeologici”, scaturita nella realizzazione di tre diversi prodotti editoriali, destinati a tutti i cittadini di Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole e Radda in Chianti: una rivista di approfondimento, per far conoscere un importante patrimonio ancora poco conosciuto, ma anche per “ascoltare”, attraverso la memoria della comunità, il rapporto del territorio con il suo passato più antico; un vademecum, ovvero una guida tascabile con cui andare a scoprire gli itinerari archeologici, e una mappa, indispensabile per esplorare i diversi percorsi.
“Solo un territorio capace di raccontare le sue storie – ha detto Marzio Cresci, direttore del Museo archeologico del Chianti senese e coordinatore del progetto – può diventare un patrimonio disponibile e fruibile per tutti. Da qui nasce la nostra idea di percorrere il territorio attraverso una serie di itinerari che accompagnino i cittadini alla scoperta dell’identità dei luoghi in cui vivono, e offrano ai nostri ospiti una fruizione dei luoghi meno consumistica, più approfondita e rispettosa. Gli “Itinerari Archeologici” sono solo il primo percorso – ha concluso Cresi – di una serie di approfondimenti che andranno ad indagare tante altre realizzazioni ecomuseali, presenti e future”.
Pieno sostegno, non soltanto di tipo finanziario, da parte della Fondazione Monte dei Paschi, che da subito ha compreso la bontà del progetto: “L’EcoMuseo del Chianti – ha detto il presidente Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps – è un cantiere aperto, un progetto in continuo divenire, ma già da oggi ne possiamo intravedere la grande valenza sociale, culturale ed economica. Il legame tra territorio e popolazione è fondamentale ed è per questo che le amministrazioni pubbliche devono riflettere affinché questo rapporto sia fruttuoso e si alimenti nel tempo per lo sviluppo complessivo di tutta la comunità”.
Sono intervenuti alla presentazione dell’EcoMuseo del Chianti, con interventi dal taglio diverso, anche Claudio Rosati, dirigente del Settore Musei della Regione Toscana, che ha definito l’EcoMuseo come un progetto di sviluppo locale in cui gli attori fondamentali sono il territorio, la popolazione e le istituzioni, legate da un rapporto critico e attivo e Mario D’Alfonso, consulente delle amministrazioni comunali per la progettazione e la supervisione del progetto, che ha preferito parlare di “Distretto culturale evoluto” come modello capace di valorizzare la produzione culturale e il capitale intangibile di un territorio, innestandoli nel tessuto economico locale. Secondo D’Alfonso, l’obiettivo è dar vita ad un circolo virtuoso per cui l’attrattiva di un territorio genera soddisfazione negli attori che lo vivono, che a sua volta genera un valore aggiunto al territorio. Durante la serata sono intervenuti anche Paolo Cocchi, assessore alla cultura della Regione Toscana e Fiorenza Guerranti, direttore dell’Apt di Siena, che ha sottolineato come spesso gli imprenditori turistici conoscano troppo poco il nostro territorio: “Dobbiamo far conoscere e promuovere l’EcoMuseo del Chianti in maniera adeguata, affinché possa rappresentare uno strumento con cui trasmettere la storia, ma anche i valori e l’autenticità che i nostri ospiti cercano quando visitano la nostra provincia”.