Partenza negativa a Wall Street, in un contesto appesantito dallo stallo nei negoziati tra Russia e Ucraina e in attesa della telefonata chiave tra il presidente americano Joe Biden e il cinese Xi Jinping.
Dopo pochi minuti di scambi, S&P 500, e Dow Jones cedono lo 0,4% e il Nasdaq lo 0,3%.
L’azionario globale si avvia ad archiviare la miglior settimana da novembre 2020, recuperando terreno dopo le perite seguite allo scoppio del conflitto e ai timori di shock inflazionistici in un mercato che resta però caratterizzato da elevata volatilità.
Il focus degli operatori resta sull’evoluzione della situazione in Ucraina, con i riflettori puntati sul vertice tra Joe Biden e Xi Jinping, in cui il leader statunitense metterà in guardia la controparte cinese sui possibili rischi in caso di aiuti a Mosca.
Il Cremlino ha negato i progressi nei negoziati di pace, mentre il Pentagono ha messo in guardia su una possibile minaccia nucleare da parte di Putin se le ostilità dovessero protrarsi ancora a lungo.
Il tutto in una seduta che si preannuncia volatile anche per la scadenza delle opzioni su azioni e indici nel cosiddetto “triple witching day”, che coincide con un ribilanciamento degli indici benchmark, tra cui lo S&P500.
Intanto sul Forex il biglietto verde torna a rafforzarsi nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro sceso nuovamente in area 1,10 e il dollaro/yen balzato a 119,4 dopo che la Bank of Japan ha confermato la propria politica monetaria accomodante.
Tra le materi prime le quotazioni del greggio estendono i guadagni dopo il rally di ieri con il Brent (+0,2%) a 106,9 dollari e il Wti (+0,9%) a 104 dollari, in scia agli scarsi progressi nelle trattative di pace che hanno riacceso i timori di una interruzione prolungata delle forniture di greggio.
Nel comparto obbligazionario, infine, continua ad appiattirsi la curva dei Treasury, con il rendimento del decennale americano che si mantiene al 2,17% e quello del biennale che sale di circa cinque punti base all’1,96%
Fonte MarketInsight