Uno studio dell'Università lo dimostrerebbe riaprendo le attese per i programmi spaziali su Marte
SIENA. Pubblicato sull’ International Journal of Aeronautical and Space Sciences un nuovo studio realizzato dall’università di Siena in collaborazione con la statunitense Keck School of Medicine della University of Southern California (Usc), e con Gilbert V. Levin, Principal Investigator dell’esperimento LR avvenuto su Marte.
Giorgio Bianciardi, esperto di sistemi dinamici caotici applicati alla biologia e docente di Astrobiologia all’Università di Siena, ci conferma ”Tutto fa pensare che nei campioni marziani analizzati ci fossero tracce biologiche’. Su Marte c’era vita, ma contrastata era stata a suo tempo l’analisi degli esperimenti sulla sonda Viking, la spedizione scientifica sul pianeta rosso costituita da due sonde lanciate a metà degli anni Settanta.
A bordo dei due rover delle Viking, erano stati eseguiti quattro esperimenti “pensati per identificare presenza di attività biologica”. Tre diedero esito negativo, ma i dati del quarto, chiamato Labeled Release (Lr), dimostravano l’esistenza di forme di vita su Marte: una contraddizione che spinse a considerare erroneo quest’ultimo e ad abbandonare la realizzazione di nuovi esperimenti. Recentemente, secondo Bianciardi e le equipes collegate, “la dimostrazione che gli altri esperimenti fossero in realtà troppo poco sensibili ha riaperto la questione”.
Dopo un complesso lavoro di recupero dei dati “antiquati” e lavorando sulle “variazioni di temperatura misurate all’epoca sui campioni”, a cui ha collaborato anche Levin, il responsabile scientifico negli anni ’70 alla Nasa per gli esperimenti biologici marziani e del contestato Lr, si può riaprire scientificamente il dibattito. Modelli matematici caotici hanno permesso di studiare la variazione del rilascio dell’anidride carbonica una volta che al suolo marziano è stata aggiunta una pappa nutritiva. I risultati sono apparsi del tutto coerenti con i corrispettivi campioni ‘viventi’ terrestri ed i ricercatori hanno concluso che “la sonda Viking identificò effettivamente tracce di vita su Marte”.
Ora si attende che partano alla volta di Marte nuove missioni già programmate: la sonda Curiosity, ad esempio, che però non possiede a bordo strumenti specifici per ricercare tracce di vita, e in particolare ExoMars, una missione ideata dall’ Esa (Agenzia Spaziale Europea), attrezzato per la ricerca di forme di vita e in grado di esplorare finalmente il sottosuolo marziano.