Mattinata volatile per le borse europee, che risalgono dai minimi intraday dopo un avvio appesantito dall’escalation di tensioni fra Russia e Occidente.
A Piazza Affari il Ftse Mib torna in area 26.060 punti, sostanzialmente invariato come il Dax di Francoforte (+0,1%), il Cac 40 di Parigi (+0,1%). Lievi rialzi per l’Ibex 35 di Madrid (+0,4%) e il Ftse 100 di Londra (+0,4%).
Poco mossi anche i futures sugli indici americani Dow Jones, S&P500 e Nasdaq, che ripartono dopo il weekend lungo per la festività del Presidents’ Day.
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato a sorpresa il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk e ha ordinato l’invio di truppe nella regione del Donbass al fine di “assicurare la pace”. Una mossa condannata dai leader dell’Occidente, con Stati Uniti e UE pronte a sanzionare Mosca, con il rischio di alimentare ulteriormente i contrasti.
L’incertezza legata alla situazione in Ucraina si aggiunge a quella sulle prossime mosse della Fed, che potrebbe considerare un incremento dei tassi da mezzo punto percentuale a marzo laddove i dati sull’inflazione si confermassero troppo elevati, anche se gli operatori ritengono più probabile un ritocco di soli 25 punti base anche alla luce degli sviluppi in Ucraina.
Per quanto riguarda l’agenda macroeconomica, l’indice Ifo tedesco è aumentato oltre le attese a febbraio (98,9 punti), segnalando un miglioramento del sentiment man mano che vengono rimosse le restrizioni anti-Covid.
In Italia, a gennaio, i prezzi al consumo registrano secondo l’Istat un aumento dell’1,6% su base mensile e del 4,8% su base annua (da +3,9% del mese precedente), sui massimi dal 1996. Attesi nel pomeriggio i dati americani sugli indici Pmi manifatturiero, servizi e composito.
Sul Forex euro/dollaro risale a 1,134 mentre il cambio fra biglietto verde e yen si attesta a 114,9.
Tra le materie prime accelerano le quotazioni del greggio con il Brent (+2,5%) a 95,3 dollari e il Wti (+4%) a 93,8 dollari, sostenute dal rischio di un impatto sulle forniture energetiche dal deterioramento della situazione in Ucraina.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si contrae a 168 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,89%.
Tornando a Piazza Affari, fra le big cap avanzano soprattutto Inwit (+3,8%), Telecom Italia (+1,7%) e Iveco (+1,2%) mentre arretrano Unicredit (-2,5%), Buzzi (-1,9%) e Italgas (-1,5%).
Fonte MarketInsight