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Andamento debole per le borse europee anche dopo l’avvio in calo di Wall Street, con l’attenzione rivolta agli ultimi sviluppi in Ucraina e alle prossime mosse delle banche centrali.
Il Ftse Mib di Milano scambia in ribasso dello 0,5% in area 26.840 punti. Sottotono anche il Cac 40 di Parigi (-0,6%), il Dax di Francoforte (-0,5%), il Ftse 100 di Londra (-0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%). Oltreoceano arretrano Dow Jones (-0,5%), S&P500 (-0,7%) e Nasdaq (-1,4%).
Lo stallo tra Russia e Occidente in Ucraina continua a tenere sulle spine i mercati, nonostante gli spiragli di ottimismo emersi ieri dopo il ritiro di alcune truppe e le dichiarazioni incoraggianti giunte dal Cremlino. Tuttavia, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden continua a ritenere concreto il rischio di un’invasione e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che l’Alleanza atlantica non ha ancora riscontrato chiari segni di de-escalation sul terreno.
Allo stesso tempo, il focus resta sulla politica monetaria, con la prospettiva di un graduale ritiro degli stimoli in alcune regioni. I riflettori sono puntati soprattutto sulla Fed, in attesa delle minute relative all’ultima riunione della banca centrale americana, in uscita stasera. I verbali potrebbero fornire spunti sulle tempistiche dei rialzi dei tassi e sulla riduzione del bilancio da parte dell’istituto di Washington.
Per quanto riguarda la Bce, il membro del consiglio direttivo Isabel Schnabel ha dichiarato che una discesa dell’inflazione sotto il 2% entro fine anno sembra sempre più improbabile e che sarebbe opportuno cominciare a ipotizzare una graduale normalizzazione della politica monetaria.
Focus anche sulla Bank of England dopo i dati relativi all’inflazione del Regno Unito, in accelerazione al 5,5% a gennaio. Dall’agenda macroeconomica sono giunti anche i numeri sulla produzione industriale dell’eurozona, in crescita oltre le attese a dicembre (+1,2% mensile e +1,6% annuo). Negli Stati Uniti, le vendite al dettaglio a gennaio sono cresciute del 3,8% su base mensile, oltre il +2% previsto dagli analisti, dopo il -2,5% del mese precedente (rivisto da -1,9%).
Sul Forex l’euro/dollaro risale a 1,137 mentre il cambio fra biglietto verde e yen arretra leggermente in area 115,4. Tra le materie prime riprendono a salire le quotazioni del greggio dopo il crollo della seduta precedente, con il Brent (+1,9%) a 95 dollari e il Wti (+1,8%) a 93,7 dollari al barile. I trader monitorano in particolare l’allentamento delle tensioni geopolitiche e il calo delle scorte americane, aspettando i dati settimanali dell’Energy Information Administration.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si contrae a 163 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,89%.
Tornando a Piazza Affari, fra le aziende più capitalizzate si distinguono Prysmian (+2,9%), Tenaris (+2,5%) prima della pubblicazione dei risultati e Saipem (+1,2%). In calo Unicredit (-1,9%), Banco Bpm (-2,4%) e Intesa (-2,7%).
Fonte MarketInsight