Procedure di riconoscimento dello stato di calamità naturale per usufruire delle agevolazioni previste
SIENA. Preoccupazione per gli olivicoltori della provincia di Siena sui possibili danni causati dalla forte nevicata degli inizi di febbraio. La Cia Siena si rivolge a tutti gli olivicoltori che hanno avuto danni, invitando a recarsi nei rispettivi Comuni di appartenenza a dichiarare il danno al proprio oliveto. Il pericolo maggiore sono però le conseguenze delle basse temperature, che in quei giorni, possono aver messo a rischio la prossima raccolta o addirittura la vita della pianta. «Gli impianti olivicoli – sottolinea Luca Marcucci, presidente Cia Siena – possono aver accusato rotture dell’intera pianta o delle singoli rami, provocati dal peso della neve ed il danno in questo caso risulta già rilevabile e soprattutto ben quantificabile. Danneggiamenti si sono verificati soprattutto negli oliveti con chiome più folte e compatte, magari dove gli interventi di potatura degli ultimi anni sono stati più moderati o del tutto assenti».
I danni più temibili – afferma la Cia Siena – però sono quelli causati dalle basse temperature: dai 5-10 gradi sotto lo zero si verificano danni a carico della chioma, come in effetti già oggi si è potuto riscontrare in alcune zone del Senese, a macchia di leopardo, con una vistosa “bronzatura” o “allessamento” del fogliame, screpolature longitudinali sui rametti o addirittura lesioni della corteccia. L’entità del danno non è ancora ben valutabile, anche perché per il momento potrebbe essersi non del tutto manifestata, potendo presentarsi in modo progressivo fino all’inizio dell’estate. I giovani impianti sono poi quelli che hanno subito i danni maggiori.
«Alle continue domande degli olivicoltori riguardo le azioni da intraprendere – spiega Lamberto Ganozzi, tecnico della Cia senese -, innanzitutto, dobbiamo invitare a tenere sotto controllo e monitorare costantemente il proprio oliveto, cercando di riconoscere al primo manifestarsi il danno che può risultare entità molto variabile. Gli interventi “cesori” devono essere quindi diversificati, più o meno energici e correlati al tipo di danno, ma sapendo che di norma si tende sempre a sottovalutarne la gravità. Comunque, nel dubbio, è meglio rimandare le potature di qualche settimana, magari aspettare ad intervenire a partire dalla fine del mese di marzo, per giudicare meglio lo stato di salute della pianta al risveglio vegetativo. Nei casi in cui si verifichi lo spaccamento, la fessurazione della corteccia dei rami occorre trattare subito con sali di rame per impedire o almeno limitare l’attacco probabile da parte di una malattia batterica molto preoccupante, la rogna». Inoltre – ricorda la Cia Siena – tutte le aziende agricole, non appena abbiano la certezza di avere subito danni più o meno ingenti al proprio impianto olivicolo, si invitano a fare una segnalazione agli uffici preposti presso il proprio Comune, perché vengano attivate le procedure di riconoscimento dello stato di calamità naturale e conseguentemente di usufruire delle agevolazioni previste. Segnalazioni che possono riguardare, oltre che gli olivi, anche gli altri impianti arborei, strutture murarie, beni strumentali e gli allevamenti zootecnici.