Il rapporto di Confagricoltura nazionale. Il presidente toscano Neri: “Merito anche dell'innovazione tecnologica”
FIRENZE. In Toscana l’agricoltura è sempre più femminile e giovane. Quasi un’impresa agricola su due – il 44,5% – ha messo in campo iniziative a favore della conciliazione tra vita lavorativa e familiare: un dato ben più alto della media nazionale, ferma al 37%. E ancora di più (45,6%) sono le imprese agricole toscane che offrono rapporti di lavoro stabili e sono impegnate a favorire la presenza di donne e giovani al loro interno.
È la fotografia di un settore dell’economia toscana in evoluzione quella contenuta nella seconda edizione del Rapporto AGRIcoltura100, progetto promosso da Reale Mutua in collaborazione con Confagricoltura nazionale, realizzato da Innovation Team del Gruppo Cerved e presentato nei giorni scorsi a Roma.
I dati della Toscana raccontano un mondo agricolo pronto alla sfida della sostenibilità ambientale e sociale. Più della metà delle imprese agricole toscane (51,4%) ha un livello generale di sostenibilità alto o medio alto, mentre la media nazionale è sotto il 50%. Sul lato ambientale, il 68,2% delle aziende è fortemente impegnata nella gestione del rischio idrogeologico, mentre dal punto di vista sociale va segnalata l’alta quota di imprese (il 72,4%) attiva nella valorizzazione dei rapporti con la comunità locale in cui è inserita (la media italiana è il 59,1%).
“Il rapporto AGRIcoltura100 – commenta il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri – può forse sorprendere chi non conosce il mondo agricolo toscano, ma non noi. Negli anni gli agricoltori della nostra regione hanno investito nell’agricoltura 4.0, innescando un ammodernamento che ha tra le altre favorito l’occupazione femminile. Non solo: hanno anche puntato molto sul biologico, scegliendo di consegne a uno sviluppo incentrato sulla sostenibilità”.
“Riguardo alla sostenibilità – conclude Neri – siamo pronti a fare un altro passo importante. Insieme all’Accademia dei Georgofili e a Confagricoltura nazionale stiamo portando avanti uno studio per far sì che alle aziende agricole che contribuiscono all’abbattimento della CO2 con produzioni boschive siano riconosciuti delle premialità”.