di Paola Dei
SIENA. Il 2 febbraio 2022, all’età di 90 anni, 20 dei quali vissuti in compagnia di una malattia neuro-degenerativa, assistita dal marito Roberto Russo, ci ha lasciato Monica Vitti, sublime talento e verve unica e insostituibile.
Scorpione, come Gigi Proietti che l’ha preceduta di due anni nella morte, aveva interpretato assieme a lui il film La Tosca di Luigi Magni, dall’adattamento del dramma di Sardou reso celebre da Puccini.
A dare la notizia della scomparsa è stato il marito, compagno di una vita, con una telefonata a Walter Veltroni che con un Twitter ha annunciato: “Roberto Russo, il suo compagno di questi anni mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con dolore, affetto e rimpianto“.
Nata Maria Luisa Ceciarelli, Monica ha saputo essere enigmatica protagonista dei film di Michelangelo Antonioni, che grazie anche alla sua interpretazione ricevette il Leone d’Oro a Venezia nel 1964 con Deserto rosso, e ironica mattatrice insieme a Gassman, Tognazzi, Sordi, Mastroianni e Manfredi.
Capace di essere bifronte come lo sono le grandi attrici e di calarsi nei ruoli drammatici ed in quali comici con la medesima credibilità.
Lei stessa aveva dichiarato più di una volta di aver sempre amato il ruolo dell’attrice e di essersi cimentata fin da bambina nella recitazione mettendo in scena spettacoli casalinghi per distrarre i fratelli più piccoli dal rumore delle bombe nel periodo della seconda guerra mondiale.
Frequentò l’Accademia Silvio d’Amico ed ebbe fra i suoi Maestri Sergio Tofano, poi decise di scegliere un nome più semplice che avesse un suono gradevole. Per omaggiare la madre che si chiamava Vittiglia di cognome, scelse Vitti a cui unì il nome Monica e prese il volo interpretando ruoli memorabili e indimenticabili.
È, fin da subito, bellissima, con un volto enigmatico e particolare e, oltre a questo, possiede una ironia non comune nelle bellissime. Anche lei, come Gigi Proietti, non ha tratti comici, ma sa pronunciare le battute comiche in modo incantevole con la sua voce pastosa e rauca. Tutti i più grandi registi la vogliono a partire da Antonioni, con cui ha vissuto una intensa storia d’amore, Roger Vadim, Luciano Salce, Citto Maselli, Pasquale Festa Campanile, Mario Monicelli, Ettore Scola, Vittorio De Sica, Marco Risi, Luigi Magni, Luis Bünuel, Steno, Carlo di Palma, con cui visse il suo secondo amore, Luigi Comencini, Sergio Corbucci, Alberto Sordi, e lo stesso Roberto Russo, l’uomo della sua vita con cui ha vissuto quasi 50.
Memorabile fu la sua dimissione dalla giuria del Festival di Cannes nel 1968, per solidarietà ai contestatori della Nouvelle Vague.
È stata anche regista, doppiatrice di altre grandi attrici fra cui Diane Keaton ed interprete memorabile di miniserie e film per la TV.
Ho visto quasi tutti i suoi film 2-3 volte; uno mi è capitato di rivederlo nei giorni delle festività 2021: Amori miei di Steno, prodotto da Franco Cristaldi e Nicola Carraro dove la Vitti recita accanto a Jonny Dorelli ed Enrico Maria Salerno. Uno spasso dall’inizio alla fine; un elogio alla poliandria per raccontarci l’appassionata modalità della donna di vivere le storie d’amore. Un film ironicamente femminista dove lei è perfetta nei panni di Anna e di Lisa, suddivisione del nome AnnaLisa, carismatica e scatenata insieme ad una giovane Edvige Fenech per questo ruolo ricevette il David di Donatello per la migliore interpretazione femminile protagonista.
Ma molte altre sono le sue prove attoriali indimenticabili a partire da L’anatra all’arancia, Polvere di Stelle, La ragazza con la postola, Dramma della gelosia, etc…
Impossibile dimenticarla quando nel 1995 ricevette il Leone d’Oro alla Carriera durante la 52* Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.
Ricordo che parlò delle ali del Leone dichiarando che le avrebbero portato fortuna per volare ancora con tanti film, poi annunciò che avremo dovuto vederla per moltissimi anni sul grande schermo. Ancora bellissima, biondissima e con la sua inconfondibile voce rauca, in mezzo a Gian Luigi Rondi e Vincenzo Mollica, portava scritto in viso il suo talento unito ad una grande semplicità.
Si era ritirata dalle scene da molti anni; l’ultima sua brevissima apparizione risale al 2002 ma l’ultimo evento ufficiale è stato nel 2001 al Quirinale dove si recò per ricevere i David di Donatello.
Amadeus durante la seconda serata del 72 Festival di Sanremo le ha dedicato un commosso ricordo.
La camera ardente sarà allestita il 4 marzo in Campidoglio per coloro che vorranno renderle l’ultimo saluto mentre tutti la ricorderemo come l’unica, incontrastata mattatrice della commedia all’italiana. Bellissima, biondissima, simpaticissima e grandissima.