Il Carroccio torna a difendere i dipendenti dell'ateneo, unici, al momento, ad accollarsi la spesa della crisi

SIENA. Prima di chiedere ai dipendenti dell’Ateneo di sacrificarsi per salvaguardare l’Istituzione cittadina, il duo Riccaboni -Fabbro avrebbe fatto bene a chiedere verità e giustizia per il deficit dell’Ateneo ed una rapida conclusione delle indagini, ancora vergognosamente aperte.
E’ assurdo che i diritti dei lavoratori dell’Ateneo siano stati e vengano ancora una volta brutalizzati: il dissesto dell’Ateneo non deve essere considerata la causa per imporre sacrifici a chi, con il pauroso dissesto, non c’entra nulla, vale a dire i dipendenti dell’Università: vogliamo che chi ha danneggiato le finanze e l’immagine dell’Università e della Città abbia, finalmente, un nome e cognome e possa essere consegnato alla giustizia ordinaria, per pagare penalmente i danni fatti: a due anni dall’inizio dell’indagine ancora non si muove foglia.
Nel frattempo, però, crediamo che l’Amministrazione non debba rimanere insensibile e non debba costringere i più deboli (cioè i dipendenti tecnico – amministrativi nonché gli studenti cui sono state tagliate nell’ultimo Senato anche le borse di dottorato, snaturando in questo modo la funzione stessa dell’Università) a pagare per tutti: il Rettore Riccaboni e il Direttore Amministrativo Fabbro devono fare la propria parte, individuando e prendendo adeguati provvedimenti, attraverso un’indagine interna, nei confronti di chi ha sbagliato, anche sulla base del comma 2 dell’art. 7 della Legge 15/2009.
E’ assurdo che i diritti dei lavoratori dell’Ateneo siano stati e vengano ancora una volta brutalizzati: il dissesto dell’Ateneo non deve essere considerata la causa per imporre sacrifici a chi, con il pauroso dissesto, non c’entra nulla, vale a dire i dipendenti dell’Università: vogliamo che chi ha danneggiato le finanze e l’immagine dell’Università e della Città abbia, finalmente, un nome e cognome e possa essere consegnato alla giustizia ordinaria, per pagare penalmente i danni fatti: a due anni dall’inizio dell’indagine ancora non si muove foglia.
Nel frattempo, però, crediamo che l’Amministrazione non debba rimanere insensibile e non debba costringere i più deboli (cioè i dipendenti tecnico – amministrativi nonché gli studenti cui sono state tagliate nell’ultimo Senato anche le borse di dottorato, snaturando in questo modo la funzione stessa dell’Università) a pagare per tutti: il Rettore Riccaboni e il Direttore Amministrativo Fabbro devono fare la propria parte, individuando e prendendo adeguati provvedimenti, attraverso un’indagine interna, nei confronti di chi ha sbagliato, anche sulla base del comma 2 dell’art. 7 della Legge 15/2009.
Lega Nord – Lega Toscana
Segreteria Provinciale di Siena