Ampugnano svolta verso la chiusura in una malinconia indifferenza

di Lexdc
SIENA. L’accelerazione decisa dal ministro Passera sulla ristrutturazione del sistema aeroportuale italiano con la chiusura di 24 aeroporti o l’abbandono a se stessi con la fine di ogni tipo di finanziamento statale o europeo per il loro funzionamento, sta avendo effetti devastanti sulle ambizioni dei politici che negli anni passati hanno coltivato e alimentato ambizioni localistiche con l’orgoglio della mobilità aerea. Da Rimini, Forlì e Parma fino a Salerno e Lamezia Terme – tutte realtà con bacini di utenze molto più grandi di Siena – è tutto un fiorire di preoccupazioni sulla chiusura degli scali, tutti poveri di passeggeri e con bilanci in grave perdita. Il conto di Monti è presto fatto: 60 milioni di perdite complessive registrate annualmente dal comparto aeroportuale rendono urgente e indefettibile una riforma fatta di tagli anche dolorosi, che il precedente ministro Matteoli si era ben guardato da rendere pubblica.
C’è preoccupazione nel settore per il numero delle persone occupate che inevitabilmente perderà il lavoro e la carenza di slot, quindi minore offerta di voli e perciò minore concorrenza, potrebbe fare rincarare il costo dei biglietti. Ricapitolando, solo 14 aeroporti strategici avranno accesso ai nuovi finanziamenti statali, mentre altri 10 definiti “primari” potranno godere dei finanziamenti locali (province o altri enti). Infatti mentre in altri casi come Pescara intervengono le istituzioni regionali e le associazioni di categoria a mobilitarsi fattivamente per trovare una via d’uscita – ci vogliono soldi, investimenti in infrastrutture e compagnie aeree disposte a venire – il caso Siena è sicuramente senza speranza.
Il DPEF della Regione Toscana tra le priorità del piano delle infrastrutture – preso atto che le risorse economiche saranno sempre meno e dovranno essere più mirate – esclude completamente qualsiasi possibilità di iniziativa pubblica per Ampugnano. Dove non arrivò né il Comitato contro l’aeroporto né la magistratura con l’inchiesta in corso, arriverà a scrivere la parola fine il ministro Passera. L’aeroporto di Ampugnano, come è risaputo, lavora in perdita costante e l’ultimo bilancio ha costretto i soci a una ricapitalizzazione di circa due milioni di euro. Soldi che ora non ci sono più, vista la crisi di Monte e Fondazione e il ripiegarsi su se stessi dei bilanci dei comuni presenti nell’azionariato.
L’assenza di un piano industriale concreto e fattibile, oltre all’aleatorietà degli incassi e del traffico aereo che si potrebbe generare, sono ostacoli insormontabili per gli investitori fin qui contattati. Lo stesso fondo Galaxy, di cui si è tanto parlato anche a proposito di iniziative giudiziarie, non è che una emanazione della Cassa Depositi e Prestiti (che ne possiede il 40% delle quote) e della omonima cassa francese, quindi non è un privato tout court, ma è una società semipubblica che fa riferimento alla politica nazionale attraverso il suo presidente Franco Bassanini, non a caso indicato da alcuni come prossimo presidente di banca MPS.
D’altra parte, il peso dell’aeroporto di Ampugnano si è ben valutato in questi giorni di neve abbondante: nelle cronache sulla provincia a nessuno è interessato sapere o far sapere se esso fosse operativo o meno…