“Ci piace continuare a “sbagliare”, sulle vicende che stanno interessando la città e che anticipano una serie di eventi, per il 2022, estremamente importanti. Mi riferisco in modo particolare ai movimenti che stanno interessando l’Università di Siena, in relazione alle candidature per il prossimo rettore. Ci avevano fatto notare che, con molta probabilità, il candidato tanto caro a Riccaboni, Dotta, era caduto dalle sue grazie e l’ex rettore si stava orientando verso un candidato di un altro dipartimento, quello di economia. Il prescelto dovrebbe essere da quanto è dato sapere il professor Di Pietra. Ci è venuto subito alla mente il cambio di spalla al fucile di giolittiana memoria (patto Gentiloni). Perché tale mutamento? Cosa farà adesso Dotta? Questi era impegnato a raccogliere consensi con progetti e coinvolgimenti dettati anche dai finanziamenti collegati ai bandi del Pnrr. Qualcosa non torna. E se viceversa si rispolverasse la vicenda delle ultime elezioni del rettore? Tertium non datur, in barba alla logica aristotelica tanto cara agli scolastici. Quella teoria per la quale il terzo è escluso. Questa teoria non regge in politica e non regge nella fattispecie per l’elezione del prossimo rettore. Il terzo esiste.
Semplicemente, il Dotta ha qualche problema nel suo dipartimento, gli si affianca un professore di economia che drena voti e il tandem può diventare vincente. È chiaro che le alleanze hanno un costo politico, ma da quello che è dato sapere, e per le esperienze vissute, ci sembra di capire che il problema non sussiste. Si possono prendere impegni anche per il futuro. E chi sarà l’avversario di questo tertium datur? Ad oggi non è dato saperlo: sarà un solo candidato o anche quest’ultimo adotterà una formula simile? Magari nel dipartimento di medicina?
Allora potremmo avere il quartum datur e su questo presupposto andrebbe riformulata la logica adeguandola al modo contemporaneo: a, – a e b, – b dove – a e – b si annullano e rimane a e b, tertium non datur, appunto. Tutto ritorna in ordine. Chiedo scusa per il divertissement, ma un po’ di umorismo non scomoda”.