di Giulia Tacchetti
SIENA. Ricorrendo il centenario della morte di Federigo Tozzi (Siena 1883- Roma 1920), ultimamente consacrato come uno dei più grandi scrittori del Novecento, Siena si fa promotrice di vari appuntamenti culturali per celebrarlo, molti dei quali rimandati per la pandemia. Oggi, 11 dicembre, viene presentata al Santa Maria della Scala la mostra “Bestie color di carta. Gli animali nelle prose di Federigo Tozzi”, dal 13 dicembre 2021 al 4 marzo 2022, nei locali della Biblioteca e Fototeca Giuliano Briganti, da una idea di Luca Betti, a cura di Fabio Mazzieri e Beatrice Pulcinelli con il contributo di Annalisa Giovani.
Si tratta di un cospicuo corpus di disegni che si ispirano al libro “Bestie” di Tozzi (1917), pubblicato dall’Editore milanese Treves, mentre l’artista si era trasferito a Roma. I disegni esposti nascono come corredo grafico per la nuova singolare edizione dello stesso volume, pubblicato dalla casa editrice Betti, con la prefazione di Riccardo Castellana, testo di Fabio Mazzieri e schede biografiche degli artisti di Maria Lippi Mazzieri. Purtroppo non è stato possibile visionare il volume – pur presente nella mostra in quanto, come ci ha comunicato l’editore Betti, a causa della pandemia è venuta a mancare la materia prima: la carta.
Nel suo intervento Riccardo Castellana sostiene che Tozzi con “Bestie” si cimenta in un genere letterario indefinibile, costituito da sessantanove brevi prose di argomenti vari, difficile da inquadrare tra i generi letterari. Non è un romanzo, non è una novella, anche se gli appartiene la brevità, si tratta di prose non liriche, ma espressionistiche, che rinviano ai bestiari medievali, anche per il linguaggio volutamente popolare, si pensi all’uso di parole come “croccine”, maniglie della porta, “doventare”, “principiare”, termini tipicamente senesi ormai scomparsi. Lingua straordinaria, che mixa aspetti diversi: lingua letteraria dei primi del ‘900, ma non iperletteraria e lingua popolare, con cui parlare a tutti. Mentre il bestiario medievale ha un significato puramente allegorico, il pellicano sacrifica sé per i figli come Cristo ha sacrificato sé per noi, Tozzi, invece, usa una chiave privata e invita a cercare il significato che sta dentro di noi, dando un’attribuzione personale alle prose.
Sara Pugliese riferisce che i sessantanove artisti contemporanei che compaiono nella mostra sono stati contattati da Mazzieri e sono uniti profondamente a Siena o per nascita, o perché ci hanno vissuto, o studiato, o per aver dipinto il Drappellone del Palio. L’editore Betti ci comunica che ad ogni artista è stata data la più ampia libertà nella rappresentazione degli animali, che sono stati affidati attraverso un sorteggio. L’unica condizione: la rappresentazione doveva essere in bianco e nero con le tecniche più disparate (acquaforte, incisione, disegno..).
Beatrice Pulcinelli spiega il titolo “Bestie color di carta” così: ”I disegni in mostra sono opere su carta, realizzate prevalentemente in bianco e nero, perché ci siamo ispirati ad una espressione di Tozzi , dove l’artista cita l’unico animale fantastico di “Bestie”: – Il violoncello del bosco l’avrei voluto comprare, per darmi l’aria di essere ricco. E suonarlo i giorni di festa della mia anima, ammaestrando un liocorno, color di carta bianca, che prenderei da qualche favola vecchia-. Inoltre ci delucida sulla Biblioteca e Fototeca Giuliano Briganti, fondo librario e fotografico, altamente specializzato in Storia dell’Arte, che promuove iniziative culturali e offre i locali agli studenti e professori universitari.