Un modo di fare impresa con un occhio alla sostenibilità sociale ed uno al territorio
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di Davide Del Grillo
SIENA. Si è svolta ieri (26 novembre) al Grand Hotel Continental, in una sala gremita di pubblico, la prima tavola rotonda sulle realtà e le prospettive di sviluppo di tutti quei settori che producono eccellenza del nostro territorio, il MADE IN SIENA. L’incontro, organizzato dall’Associazione Per Siena, ha visto la partecipazione di numerosi imprenditori locali, tutti accomunati da un profondo attaccamento alla città e da un modo di fare impresa sempre molto attento alla sostenibilità sociale, e oggi a confrontarsi sull’opportunità di utilizzare il MADE IN SIENA come marchio comune poter difendere e valorizzare le loro creazioni.
Franco Vaselli, consulente di direzione aziendale, apre i lavori sensibilizzando i partecipanti sulla rapidità dei segnali e la necessità di avere strumenti di analisi altrettanto rapidi e precisi, il mercato apre continuamente strade nuove e ne chiude altre, solo una corretta analisi dei dati e un’attenzione a tutti gli aspetti del business permettono di essere competitivi e di affrontare i cambiamenti che questa crisi ci ha bruscamente imposto. Si è parlato molto di AgroAlimentare, nelle sue tante sfaccettature, vino, olio, caffè, macelleria, panforte, ricciarelli, allevamento di razze selezionate (Cinta Senese), ma hanno trovato spazio interventi provenienti dal settore della Terracotta e da quello delle Biotecnologie. Proprio l’intervento di Paolo Neri, patron di Philogen Spa, azienda all’avanguardia nel mondo nell’Artigianato Molecolare, nata nel 1999 con 60 milioni di lire e che oggi ha lo stesso valore in Euro, per riprendere le parole del relatore, ha sicuramente dato lo spunto per riflettere sugli spazi che il mondoci può offrire, non solo per i prodotti tradizionali, ma anche per tutto quello che può nascere dalla nostra inventiva e innovazione. Il polo di ricerca di Siena, fatto di aziende come Philogen Spa, Diesse e tante altre, è un chiaro esempio di cosa si può fare.
Nelle battute finali del dibattito segnaliamo l’intervento delle rappresentanze sindacali della Sapori, che hanno portato il loro punto di vista e chiesto attenzione proprio a quei rappresentanti del settore dolciario presenti in sala, gli stessi che – grazie alla loro esperienza e competenza – possono iniziare una nuova avventura nel mondo del dolce tipico, dando così forma a una valida alternativa per quell’occupazione che oggi stiamo perdendo.
Purtroppo analizzando il pubblico abbiamo dovuto notare la scarsa partecipazione di giovani e auspichiamo che future iniziative di questo tipo li vedano protagonisti, soprattutto nelle fasi finali di dibattito, dalle quali possono nascere spunti e collaborazioni costruttive.