“Mi sento un figlio di Siena, è un onore”
SIENA. “Dopo la morte dell’amico e collega senese Paolo Nativi, per dieci anni non mi sono avvicinato a Siena. Poi una notte presi la macchina, arrivai vicino alla città, scesi e mi feci una passeggiata intorno a Piazza del
Campo piangendo. Così sono riuscito a rimarginare la ferita ed archiviare il dolore con la consapevolezza che questo agglomerato medievale, unico e con abitanti altrettanto unici, l’ho nel cuore. Oggi sono orgoglioso di essere il direttore artistico dei Teatri di Siena”.
L’attore e regista Alessandro Benvenuti si è raccontato a tutto tondo a pochi minuti dalla sfida tra Robur e Olbia, di fronte ad un pubblico entusiasta composto da tifosi ed appassionati di cinema; Benvenuti è stato un fiume in piena, ha svelato aneddoti della sua vita professionale ed ha descritto con proverbiale simpatia e serietà sorridente le figure di Athina Cenci e Francesco Nuti, ma anche il suo legame con il Palio, con il calcio, con la famiglia Cecchi Gori e soprattutto il grande lavoro della rassegna teatrale senese 2021-2022.
“Non vedo l’ora di iniziare. Il 19, 20 e 21 novembre si avvicinano e
quelle saranno le date che apriranno la stagione, ma anche la nostra
prima produzione teatrale firmata dal Comune di Siena con la regia del
sottoscritto. ‘Certi di esistere’ – ha detto Benvenuti – ha un cast
tutto senese e sono certo che saprà divertire tutti perchè abbiamo un
gruppo di attori bravissimi. Sono molto fiero della rassegna che siamo
riusciti ad allestire, per la prima volta è tutta opera nostra, non
abbiamo preso un pacchetto già preconfezionato come avveniva negli anni passati. Ci siamo messi a tavolino e siamo riusciti a programmare
spettacoli che daranno una nuova dimensione culturale alla città, ne sono convinto. Voglio ringraziare il sindaco Luigi De Mossi che per me è stata una piacevole scoperta, con le sue idee sulla cultura, sul rinascimento, sulla visione della città e della vita, sul teatro. Una persona straordinaria, un vulcano straripante di energia e di idee”.
Alessandro Benvenuti ha ricordato con un certo orgoglio l’inizio della carriera con i Giancattivi, il cinema, il teatro, la televisione e la serie tv del BarLume: “Ma a 71 anni non voglio incorniciare la mia vita, anzi. Siena, affidandomi la direzione artistica dei teatri, mi sta
permettendo di continuare a studiare, ad imparare, a riflettere, a mettermi ogni giorno in gioco. E c’è di più. Perchè abitando ogni giorno qui ho imparato anche a vivere la città e a meditare su tante cose che solo a Siena si trovano ed emergono in modo particolare. Come le radici storiche, le tradizioni, l’identità, l’unicità. Tutto questo è collocato in una bolla che necessariamente deve essere esplorata e mi consente di entrare nel cuore della città come se fossi un figlio di Siena”.
L’attore, che è stato fermato perfino dai giocatori della Robur per un selfie, non ha nascosto la sua emozione da contradaiolo del Bruco (“mi hanno sempre accolto come uno di loro, ho frequentato il rione nei primi anni ’70 con Paolo Nativi, è rimasto sempre un legame unico”), la passione per il calcio inglese (“bellissimo vederlo, uno spettacolo. A dire il vero, non mi sono perso nemmeno una gara degli Europei ed ho fatto festa per la nostra Italia”) e per la Juventus (“sono un gobbo in contrapposizione a mio babbo viola”).
“Dopo calciopoli – racconta Benvenuti – avevo perso interesse per il pallone, lo trovavo nauseante.Poi è stato il Barcellona a riaccendere la fiamma grazie al suo gioco e alla sua forza scenografica. Il calcio ha fatto sempre parte della mia vita, da piccolo giocavo libero, ho partecipato anche a molti tornei. Una volta stavo anche per diventare dirigente. Successe con Mario Cecchi Gori, a quel tempo era il mio produttore e non potevo dirgli di no. Mi voleva con Francesco Nuti nel Consiglio direttivo della Fiorentina. Lui
non sapeva che fossi juventino, ma riuscii a rinunciare all’incarico con
la promessa di andare ogni domenica allo stadio a vedere la viola”.