Le riflessioni del presidente di Acquedotto del Fiora Spa Claudio Ceroni

SIENA. “Con la legge n° 69 del 28 dicembre 2011 la Regione Toscana ha istituito l’Autorità Idrica Toscana che riunifica in un unico soggetto i precedenti sei Ambiti, di cui faceva parte anche Acquedotto del Fiora Spa, collocato nell’Ambito n° 6 Ombrone.
Non spetta a noi commentare le scelte fatte dalla Regione sul nuovo assetto degli enti regolatori, tuttavia registriamo positivamente che la riforma contiene alcuni dei punti che ritenevamo indispensabili per rafforzare l’attività dell’industria dei servizi pubblici, in particolare le misure a sostegno degli investimenti e una più efficace regia regionale per il coordinamento delle strategie di investimento.
Le aziende del settore idrico chiedono alla Regione precisi impegni nella programmazione e autorizzazione delle opere strategiche, comprese quelle che riguardano la depurazione e la tutela dell’ambiente, nonché che vengano indicati obiettivi chiari di politica industriale, prevedendo altresì azioni a sostegno degli investimenti da realizzare nel periodo 2012/2026.
Nel merito della nuova legge desidero evidenziare alcuni aspetti che ritengo importanti.
Innanzi tutto la legge R.T. 69/2011 mantiene il legame territoriale, presupposto fondamentale per la conoscenza e la partecipazione, mediante l’istituzione dell’Assemblea della quale faranno parte 50 rappresentanti dei Comuni e sei conferenze territoriali dei sindaci, corrispondenti ai precedenti Ato, che avranno la competenza sulla programmazione e sulla determinazione della tariffa.
Con la nuova legge vengono rafforzati i poteri decisionali e operativi attraverso la figura del Direttore Generale, che rappresenta una risposta convincente per il superamento della contraddizione controllore/controllato, così come si era venuta configurando in tutti questi anni, con i sindaci che svolgevano il controllo in Ato e contemporaneamente svolgevano il loro ruolo di soci, con il risultato che le decisioni erano troppo spesso oggetto di una mediazione poco concludente.
Ulteriori novità importanti riguardano il ruolo attivo della partecipazione, mediante l’istituzione del Comitato regionale per la qualità del servizio presso il Consiglio regionale, composto anche da rappresentanti delle associazioni dei consumatori e dalle associazioni ambientalistiche, che ha la funzione di fornire pareri su tutti i punti importanti del servizio. E’ inoltre prevista l’istituzione dell’Osservatorio, con sede presso la Giunta regionale, che avrà la funzione di acquisire, elaborare e divulgare i dati con particolare riferimento alle forme di gestione, alle convenzioni ed ai contratti in essere.
Sempre al fine di assicurare l’attiva partecipazione di tutti i Comuni toscani, sono previste norme che favoriscono la presenza negli organi di rappresentanza dei piccoli comuni e di quelli montani e ad un numero qualificato di Comuni sarà attribuita la possibilità di richiedere il riesame dei principali atti dell’Autorità idrica.
Al momento poco o nulla muterà nel quadro della nostra Azienda, ma la nuova legge formula anche un richiamo di chiaro indirizzo politico per individuare “le migliori condizioni per il raggiungimento di un unico gestore pubblico a livello di ambito territoriale ottimale, da costruire a partire dalla prima scadenza delle concessioni in essere “.
Di certo, questa legge rappresenta uno strumento per lavorare nell’interesse comune, perché consente di superare alcuni steccati che fino ad oggi costituivano un limite e, nello stesso tempo, mantiene la territorialità del servizio, per cui se i Comuni vorranno investire su questa loro funzione e se la partecipazione prevista riuscirà a manifestare il proprio valore aggiunto, avremo certamente dei risultati positivi.
In definitiva si può dire che è stato fatto un primo passo, le nuove norme sulle Autorità dei servizi pubblici dell’acqua e dei rifiuti approvate dal Consiglio regionale offrono un quadro regolativo stabile, efficace e autorevole e rappresentano la base sulla quale procedere per arrivare a un sistema dei servizi pubblici moderno e competitivo; ora si tratta di trovare le forme più efficaci per una gestione dell’acqua che tenga in doverosa considerazione la funzione pubblica del servizio, unitamente a quella dell’attività industriale”.
Non spetta a noi commentare le scelte fatte dalla Regione sul nuovo assetto degli enti regolatori, tuttavia registriamo positivamente che la riforma contiene alcuni dei punti che ritenevamo indispensabili per rafforzare l’attività dell’industria dei servizi pubblici, in particolare le misure a sostegno degli investimenti e una più efficace regia regionale per il coordinamento delle strategie di investimento.
Le aziende del settore idrico chiedono alla Regione precisi impegni nella programmazione e autorizzazione delle opere strategiche, comprese quelle che riguardano la depurazione e la tutela dell’ambiente, nonché che vengano indicati obiettivi chiari di politica industriale, prevedendo altresì azioni a sostegno degli investimenti da realizzare nel periodo 2012/2026.
Nel merito della nuova legge desidero evidenziare alcuni aspetti che ritengo importanti.
Innanzi tutto la legge R.T. 69/2011 mantiene il legame territoriale, presupposto fondamentale per la conoscenza e la partecipazione, mediante l’istituzione dell’Assemblea della quale faranno parte 50 rappresentanti dei Comuni e sei conferenze territoriali dei sindaci, corrispondenti ai precedenti Ato, che avranno la competenza sulla programmazione e sulla determinazione della tariffa.
Con la nuova legge vengono rafforzati i poteri decisionali e operativi attraverso la figura del Direttore Generale, che rappresenta una risposta convincente per il superamento della contraddizione controllore/controllato, così come si era venuta configurando in tutti questi anni, con i sindaci che svolgevano il controllo in Ato e contemporaneamente svolgevano il loro ruolo di soci, con il risultato che le decisioni erano troppo spesso oggetto di una mediazione poco concludente.
Ulteriori novità importanti riguardano il ruolo attivo della partecipazione, mediante l’istituzione del Comitato regionale per la qualità del servizio presso il Consiglio regionale, composto anche da rappresentanti delle associazioni dei consumatori e dalle associazioni ambientalistiche, che ha la funzione di fornire pareri su tutti i punti importanti del servizio. E’ inoltre prevista l’istituzione dell’Osservatorio, con sede presso la Giunta regionale, che avrà la funzione di acquisire, elaborare e divulgare i dati con particolare riferimento alle forme di gestione, alle convenzioni ed ai contratti in essere.
Sempre al fine di assicurare l’attiva partecipazione di tutti i Comuni toscani, sono previste norme che favoriscono la presenza negli organi di rappresentanza dei piccoli comuni e di quelli montani e ad un numero qualificato di Comuni sarà attribuita la possibilità di richiedere il riesame dei principali atti dell’Autorità idrica.
Al momento poco o nulla muterà nel quadro della nostra Azienda, ma la nuova legge formula anche un richiamo di chiaro indirizzo politico per individuare “le migliori condizioni per il raggiungimento di un unico gestore pubblico a livello di ambito territoriale ottimale, da costruire a partire dalla prima scadenza delle concessioni in essere “.
Di certo, questa legge rappresenta uno strumento per lavorare nell’interesse comune, perché consente di superare alcuni steccati che fino ad oggi costituivano un limite e, nello stesso tempo, mantiene la territorialità del servizio, per cui se i Comuni vorranno investire su questa loro funzione e se la partecipazione prevista riuscirà a manifestare il proprio valore aggiunto, avremo certamente dei risultati positivi.
In definitiva si può dire che è stato fatto un primo passo, le nuove norme sulle Autorità dei servizi pubblici dell’acqua e dei rifiuti approvate dal Consiglio regionale offrono un quadro regolativo stabile, efficace e autorevole e rappresentano la base sulla quale procedere per arrivare a un sistema dei servizi pubblici moderno e competitivo; ora si tratta di trovare le forme più efficaci per una gestione dell’acqua che tenga in doverosa considerazione la funzione pubblica del servizio, unitamente a quella dell’attività industriale”.