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I futures sull’azionario Usa cedono lo 0,3-0,4%, preannunciando una partenza sotto la parità a Wall Street con il continuo rialzo dei prezzi dell’energia che rafforza le preoccupazioni sull’inflazione e su una stretta delle politiche monetarie.
Chiusura positiva venerdì per i principali indici americani, mettendo a segno il secondo giorno consecutivo di rimbalzo e terminando sui massimi intraday. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,1%, lo S&P 500 lo 0,7% e il Nasdaq lo 0,5%.
Il bilancio dell’ottava ha visto lo S&P 500 salire dell’1,8%, miglior risultato settimanale dallo scorso luglio in scia all’inizio della stagione delle trimestrali con i conti delle grandi banche Usa. In rialzo anche Nasdaq e Dow Jones, rispettivamente del 2,2% e dell’1,6%.
I mercati continuano a fare i conti con i timori riguardanti l’inflazione, complice l’inasprirsi della crisi energetica che sta alimentando la pressione sui prezzi e spingendo al rialzo i rendimenti obbligazionari.
Aumentano infatti le aspettative di un prossimo rialzo dei tassi di interesse sia negli Usa che in UK, dopo che il governatore della Bank of England, Andrew Bailey, ha avvertito che la banca “dovrà agire” per frenare le pressioni inflazionistiche.
In tema banche centrali, il governatore della People’s Bank of Chian, Yi Gang, ha dichiarato che le autorità possono contenere i rischi posti all’economia e al sistema finanziario dalla crisi Evergrande, rassicurando che non ci sarà un effetto contagio al resto del settore immobiliare.
Ad appesantire il sentiment contribuisce però il rallentamento dell’economia cinese, con il Pil del terzo trimestre cresciuto del 4,9% su base annua rispetto al +7,9% dei tre mesi precedente, mentre la produzione industriale a settembre è aumentata del 3,1% contro il +5,3% di agosto.
Fonte MarketInsight