San Gimignano: la storica macelleria "Borgioli" ha chiuso
SAN GIMIGNANO – Ha chiuso, definitivamente, la storica macelleria “Borgioli” di via San Matteo, a San Gimignano. Ma la chiusura non segna, tristemente, solo la fine di un’attività commerciale della filiera dell’alimentazione di qualità, ma segna la fine di un’epoca. Quella di Giovanni Borgioli era l’ultima macelleria esistente a San Gimignano. Ora, di vere macellerie non ne esistono più: circa quindici anni fa, invece, ve ne erano almeno otto. Resta il banco di settore del supermercato, fuori le mura, per cittadini e turisti, ma il vecchio macellaio di fiducia non esiste più.
Si è chiusa una storia, quando, poco dopo le diciotto del sabato della settimana antecedente il Natale, con fuori gli archi di luci di una delle strade principali della città turrita spazzata dal vento, ma senza turisti o cittadini, Giovanni ha dovuto dire all’ultima cliente che voleva entrare in negozio, che era finito tutto, non c’era più un pezzo di carne da vendere. Si abbassavano le saracinesche della porta e della vetrina. Fine di una storia, si va in pensione.
Dentro, un po’ frastornati dall’emozione di un evento di vita, Giovanni Borgioli e sua moglie Laura Dani che, per anni e anni, avevano servito i clienti abituali o i turisti di passaggio, tagliando la carne, consigliando, suggerendo come cucinarla nel migliore dei modi, pesandola, incartandola, facendo lo scontrino e salutando con gentile cortesia, ora, seguendo il vecchio rituale del fine settimana, si davano da fare a pulire il banco frigorifero che, però, quella sera, era completamente vuoto. Qualcuno, nonostante le tapparelle chiuse, si affacciava titubante alla porta, ma la risposta era sempre la stessa: “ci spiace, è finito tutto, non abbiamo più niente, grazie, ma il negozio è chiuso”.
Giovanni, come lo chiamavano confidenzialmente tutte le clienti che, mentre aspettavano il turno per essere servite, scambiavano quattro chiacchiere con lui o con Laura, racconta la storia di quella macelleria che, poi, è la vita di una famiglia e quella di una “fetta” di San Gimignano. “Ero poco più che un ragazzo quando, nel 1965, entrai in bottega. Continuavo la tradizione di antichi macellai, imparai la tradizione di come si sceglievano le bestie da acquistare dagli allevatori, di come dovevano essere squartate e tagliate le carni, imparai i segreti di come si facevano le salsicce, anche se non si finisce mai di imparare in questo mestiere”. Giovanni, “figlio d’arte”, ha il rimpianto di non poter passare il testimone a nessuno, tramandare quella sua esperienza che non si impara sui libri, ma nella scuola del mestiere, e che ora andrà perduta. In quarantasei anni, la macelleria di Giovanni Borgioli è rimasta aperta, senza mai chiudere nei giorni lavorativi, un vero record, ma la sua macelleria era rinomata non solo a San Gimignano, per quel cartello veritiero che accoglieva i clienti: “…noi, puntiamo sulla qualità”. Una speciale qualità, del prodotto e del servizio.
La signora Laura Dani, di buona lena, lucida la cella frigorifera e lava il pavimento, come se dovesse riaprire, “non ci voglio ancora pensare, forse non ho ancora realizzato che si chiude, che non si riaprirà più”.
Anche per San Gimignano si chiude un’epoca, un lento decadentismo emorragico. Ora non più storiche botteghe artigiane, non più commercio per i paesani, solo troppe cianfrusaglie per turisti disattenti e frettolosi. Chi ancora resiste, e sono in pochi, gli autentici con una vera storia alle spalle, hanno vita dura. Morendo la vera qualità, e senza la cultura autentica del passato, con gli oggetti di finta italianità, la crisi incombente e minacciosa, anche San Gimignano con i suoi prezzi assurdi per gli affitti degli esercizi commerciali, strangolata dalle sue stesse scelte, volte a privilegiare il turismo di massa, potrebbe decretare la sua fine.
(Nella foto Laura Dani e Giovanni Borgioli al momento della chiusura della loro macelleria)
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