SIENA. E’ stato un intervento pacato, affatto polemico quello dell’onorevole Giovanni Fava, esponente della Lega Nord, all’Assemblea straordinaria degli azionisti della Banca Mps che si è tenuta questa mattina (28 agosto) a Siena e che aveva come unico punto all'ordine del giorno l'accorpamento della Banca Agricola Mantovana.
Più che l’intervento a cui i leghisti ci hanno abituato, è stato il commento mesto di un mantovano consapevole di aver perso la sua banca storica, quella che rappresentava un territorio.
“Da oggi finisce una storia! – ha detto il deputato leghista – Da oggi la Banca Agricola Mantovana chiude i battenti. Nell’assordante silenzio di tutti i soggetti che avrebbero titolo per dire qualcosa, una parte consistente della nostra storia locale sparisce nel nulla senza che nessuno dal mondo sindacale, dall’associazionismo imprenditoriale e perché no, dalla politica, abbia la voglia o il coraggio di chiedere almeno: perché? Tutto qua”.
Un "assordante silenzio" che ha toccato, più che il politico l’uomo attento al patrimonio locale ed al percorso di "spersonalizzazione" intrapreso dalla sua banca di riferimento.
“A questo punto vengono spontanee alcune riflessioni ed altrettanti quesiti – ha proseguito Fava – Quale sarà il ruolo di Mantova nella nuova organizzazione? Verrà mantenuta un’area provinciale con una propria dirigenza? Se si, con quale livello di autonomia? La sopravvivenza della sola Fondazione Bam sarà garantita con lo stesso flusso di risorse degli ultimi anni? Ci si rende conto che venendo meno gli interventi diretti della banca di questi anni, che sempre nella relazione sopra richiamata ammontano complessivamente a 390 milioni di euro distribuiti sul territorio, i circa due milioni annualmente distribuiti dalla Fondazione rischiano di sparire anche al confronto dei competitori bancari che godono certamente di maggiori disponibilità per finalità analoghe?”.
Domande che "viene spontaneo" condividere se ci si mette nei panni di chi perde una banca.
Per quanto generosa e rassicurante possa essere suonata la replica del presidente Mussari, l'imminente fine di quanto fino ad oggi avuto di unica e libera proprietà, lascia l'amaro in bocca ai mantovani. Quale intervento avrebbe potuto essere maggiormente compreso dai senesi, legati alla loro banca ed orgogliosi di questo ente diventato nei secoli anima e cardine della società?
“Insomma, una prospettiva a tinte fosche quella che si apre dopo questa scelta e che rischia di compromettere ulteriormente il già fragile equilibrio economico sociale di una provincia e di un territorio come quello mantovano già seriamente provato dalla difficile congiuntura che sta attraversando il nostro Paese – ha detto mestamente Fava – Non vorremmo trovarci fra qualche anno a discutere di razionalizzazioni ulteriori che coinvolgano il personale e tutto l’indotto che in questi secoli hanno ruotato intorno a quella che fino a ieri i mantovani consideravano una propria istituzione”.
Poco entusiasmo, e non poteva essere altrimenti.
Enumerando gli eventi culturali e sportivi già sponsorizzati dal Monte dei Paschi in territorio mantovano, il presidente Mussari ha voluto rassicurare il deputato leghista, condividendo l'emozione legata alla fine di una banca così radicata con il suo territorio. Ma il gruppo Mps non sarà solo "sponsor" in terra di Mantova: dalle parole del numero uno della banca senese emerge un legame che allevia per Bam la così drastica parola "fine". Dipendenti – e dirigenti – passati in Antonveneta e garanzia diprosecuzione nelle attività della Fondazione Bam. Insomma, il boccone si addolcisce e lascia ben sperare.