Le reazioni dell'Ordine dei giornalisti, dell'Associazione stampa e del cdr
di Augusto Mattioli
SIENA. La Polizia giudiziaria si è recata questa mattina (11 novembre) nella redazione senese de La Nazione. Per oltre 3 ore sei agenti hanno eseguito una perquisizione su ordine del sostituto procuratore della Repubblica Antonino Nastasi.
Il quotidiano nei giorni scorsi aveva pubblicato la notizia della conclusione delle indagini per il buco di bilancio dell’università (inchiesta conclusa appunto da Nastasi).
“Noi – sottolinea Tommaso Strambi, responsabile della redazione senese del quotidiano – abbiamo riportato la notizia di chiusura delle indagini, facendo solo il nostro mestiere”. Gli uomini della polizia giudiziaria cercavano elementi per capire chi fosse il responsabile di quella che il magistrato ritiene sia stata una fuga di notizie e una violazione di segreto di ufficio, per il quale – peraltro – il quotidiano non è ora indagato.
“Ma l’inchiesta era già chiusa – ripete Strambi -. In ogni caso penso che questo sia un atto che lede il diritto costituzionale di cronaca. Noi continueremo a svolgere il nostro mestiere con obiettività e correttezza, raccontando un’inchiesta che interessa questa città”.
Non sono nnaturalmente mancate le prese di posizione preoccupate per la decisione del magistrato. ”Un’azione che, ancora una volta, mette in discussione l’esercizio del diritto di cronaca, impedendo ai giornalisti di fare il loro lavoro, che non può che essere quello di dare le notizie e informare correttamente i loro lettori”, scrivono in una nota l’Ordine dei giornalisti della Toscana e e l’Associazione stampa, solidali con i giornalisti del quotidiano. “Rileviamo – si legge – la sproporzione tra l’azione della magistratura e le caratteristiche della notizia pubblicata, relativa alla conclusione di un’indagine e come tale oggetto di comunicazione a tutte le parti interessate”. Il comitato di redazione ha dichiarato che si tratta di “Una inaccettabile intimidazione ed una forte coercizione alla libertà di stampa. E stato esercitato il legittimo diritto di cronaca peraltro pubblicando atti di avviso di conclusione indagini in deposito presso le cancellerie penali del tribunale di Siena. Continueremo a fare il nostro lavoro come sempre, queste intimidazioni non ci hanno mai impaurito. Anzi – conclude la nota del cdr, molto polemico nei confronti del sostituto procuratore – hanno accresciuto la nostra sete di informazioni e il bisogno di vedere chiaro in una vicenda che sembra agitare i poteri forti”.
La redazione del Cittadinoonline è solidale con i colleghi de La Nazione ed è al loro fianco nella strenua difesa del diritto di cronaca. Sempre e comunque.
SIENA. La Polizia giudiziaria si è recata questa mattina (11 novembre) nella redazione senese de La Nazione. Per oltre 3 ore sei agenti hanno eseguito una perquisizione su ordine del sostituto procuratore della Repubblica Antonino Nastasi.
Il quotidiano nei giorni scorsi aveva pubblicato la notizia della conclusione delle indagini per il buco di bilancio dell’università (inchiesta conclusa appunto da Nastasi).
“Noi – sottolinea Tommaso Strambi, responsabile della redazione senese del quotidiano – abbiamo riportato la notizia di chiusura delle indagini, facendo solo il nostro mestiere”. Gli uomini della polizia giudiziaria cercavano elementi per capire chi fosse il responsabile di quella che il magistrato ritiene sia stata una fuga di notizie e una violazione di segreto di ufficio, per il quale – peraltro – il quotidiano non è ora indagato.
“Ma l’inchiesta era già chiusa – ripete Strambi -. In ogni caso penso che questo sia un atto che lede il diritto costituzionale di cronaca. Noi continueremo a svolgere il nostro mestiere con obiettività e correttezza, raccontando un’inchiesta che interessa questa città”.
Non sono nnaturalmente mancate le prese di posizione preoccupate per la decisione del magistrato. ”Un’azione che, ancora una volta, mette in discussione l’esercizio del diritto di cronaca, impedendo ai giornalisti di fare il loro lavoro, che non può che essere quello di dare le notizie e informare correttamente i loro lettori”, scrivono in una nota l’Ordine dei giornalisti della Toscana e e l’Associazione stampa, solidali con i giornalisti del quotidiano. “Rileviamo – si legge – la sproporzione tra l’azione della magistratura e le caratteristiche della notizia pubblicata, relativa alla conclusione di un’indagine e come tale oggetto di comunicazione a tutte le parti interessate”. Il comitato di redazione ha dichiarato che si tratta di “Una inaccettabile intimidazione ed una forte coercizione alla libertà di stampa. E stato esercitato il legittimo diritto di cronaca peraltro pubblicando atti di avviso di conclusione indagini in deposito presso le cancellerie penali del tribunale di Siena. Continueremo a fare il nostro lavoro come sempre, queste intimidazioni non ci hanno mai impaurito. Anzi – conclude la nota del cdr, molto polemico nei confronti del sostituto procuratore – hanno accresciuto la nostra sete di informazioni e il bisogno di vedere chiaro in una vicenda che sembra agitare i poteri forti”.
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