FIRENZE. Il futuro di Banca Toscana, del marchio e degli sportelli con il timore di una cessione parcellizzata a diversi acquirenti, i definitivi orientamenti del piano industriale disegnato dal proprietario Monte dei Paschi in conseguenza dell’acquisizione di Banca Antonveneta, la preoccupazione per il destino del personale e le possibili ripercussioni sul tessuto economico toscano. Questi temi hanno voluto affrontare i rappresentanti sindacali Fiba/Cisl (Maurizio Leoni e Daniela Spagnesi); Fisa/Cgil (Lorella Galassi e Anna Oretti) e Ulca/Uil (Carlo del Grande) dei dipendenti di Banca Toscana al cospetto della commissione Attività produttive del Consiglio regionale.
L’incontro si è tenuto questa mattina a Palazzo Panciatichi. “Quello che vorremmo evitare − hanno spiegato − è che si proceda ad una vendita-spezzatino. Banca Toscana non è in crisi, guadagna bene e negli ultimi sei mesi ha ottenuto risultati eccellenti. Copre il 10% del mercato regionale, è un punto di riferimento per le piccole imprese, i piccoli artigiani che si troverebbero esposti a nuove difficoltà. Riteniamo auspicabile una cessione in blocco ad un unico interlocutore”.
La commissione continuerà a lavorare su questo fronte, concorde la posizione dei vari gruppi sulla necessità di acquisire ulteriori elementi di conoscenza.
“Ci attiveremo con tutti gli interlocutori, ad iniziare dalla direzione del Monte de Paschi e dalle organizzazioni sindacali confederali regionali, coinvolgendo la Giunta regionale in vista della prossima commissione, prevista per giovedì 18 settembre. Cerchiamo di avere tutti i dettagli per valutare quale tipo di contributo apportare”, ha annunciato il presidente Vittorio Bugli (Pd).
Marco Montemagni (Pdci) valuta “condivisibile” la posizione delle rappresentanze sindacali e auspica che “vengano conservati l’unitarietà e il marchio di una banca che rappresenta una realtà di grande rilevanza nell’economia toscana”.
Angelo Pollina (Fi-Pdl) ha espresso una valutazione positiva sull’impegno dei sindacati “a tutela dell’occupazione” e nel contempo si è mostrato fiducioso in una soluzione positiva: “Il Monte dei Paschi ha compiuto una operazione importante, attestandosi come terzo polo bancario in Italia: a questo punto, non avrebbe senso mantenere Banca Toscana così com’è all’interno del gruppo: o si vende o si incorpora tutto. Effettivamente − ha concluso − la cessione in blocco del marchio e degli sportelli ad un unico acquirente potrebbe garantire i necessari spazi occupazionali”, ma si è detto comunque convinto che i vertici del Monte dei Paschi “sapranno prendere le decisioni giuste”.
I consiglieri del Partito democratico Gino Nunes e Anna Annunziata hanno chiesto delucidazioni riguardo al grado di conoscenza del piano industriale di Monte dei Paschi: “Al momento il confronto in corso a Siena è con Banca Agricola Mantovana, poi toccherà ad Antonveneta, quindi a Banca Toscana: a cinque giorni dalla chiusura della fase di manifestazione di interesse all’acquisto, non sappiamo ancora quanti sportelli saranno integrati e quanti saranno venduti”, la risposta. (s.bar)