Intervento del segretario provinciale Bettollini circa la decisione del Governo di on coprire con risorse Inps i giorni di quarantena da Covid dei lavoratori
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SIENA. Nella nostra provincia, oltre le “chiacchere” che stanno facendo PD e Centrodestra, ricordando a tutti che sono INSIEME AL GOVERNO NAZIONALE, UNITI PER DIFENDERE I LORO INTERESSI, QUELLI DELLE BANCHE (soprattutto quelli di UNICREDIT a scapito di MPS) E DEL CAPITALE, la realtà è ben diversa:
L’Inps ha comunicato che da agosto (con effetto retroattivo per tutto il 2021) non sarà più ritenuta malattia la quarantena da Covid-19.
Di punto in bianco è arrivato un ulteriore attacco ai LAVORATORI da parte di chi comanda realmente l’Italia, Confindustria. La decisione è stata presa dall’Inps con a capo Tridico, che l’anno scorso si è più che raddoppiato lo stipendio, anche in questo caso con effetto retroattivo, il suo stipendio ( da 62.000 a 150 mila euro), come sempre accade per i manager e i grandi industriali i soldi per aumentarsi i loro già lauti stipendi ci sono, per garantire i diritti basilari a chi vive del proprio lavoro e che sono costretti in quarantena a causa del covid-19 non ci sono mai.
Insomma, non ci sono i soldi e così quanto previsto finora dalla legge in vigore (l’articolo 26 del decreto-legge n. 18/2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 27/2020) non può essere più attuato. L’Inps di conseguenza chiude i rubinetti, con effetti che però rischiano di essere pesantissimi per lavoratrici e lavoratori. I Lavoratori infatti saranno costretti ad utilizzare permessi e ferie per coprire il periodo di quarantena, sempre che ne abbiano ancora.
Un’altra questione riguarda i lavoratori “fragili” (che si trovano in una condizione di elevato rischio contagio derivante da immunodepressione o da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita) che non si vedranno più riconoscere la prestazione a partire dal 1 luglio 2021. Il decreto legge 105/2021, si limita infatti ad estendere al 31 ottobre per i lavoratori fragili solo il diritto al lavoro agile previsto dall’articolo 26, comma 2-bis, del già citato decreto 18 del 2020. Ma per chi non può svolgerlo da casa salta qualsiasi forma di copertura previdenziale.
Quando si tratta di trovare i soldi per salvaguardare i padroni e i grandi manager, questi vengono sempre trovati in pochissimo tempo, quando si parla della vita e della dignità dei lavoratori invece viene chiesto loro sacrifici e perdita dei loro diritti fondamentali, come la malattia.
TUTTA COLPA DEL GOVERNO CHINO AGLI INTERESSI DEI GRANDI GRUPPI CAPITALSITICI
Nicola Bettollini, Segretario della Federazione Provinciale Senese del Partito Comunista