Ricognizione delle disponibilità di cassa per finire la stagione, sponsor per disegnare un futuro
di Umberto De Santis
SIENA. Egidio Bianchi, il liquidatore della Mens Sana Basket spa, ha preso possesso – dopo il deposito del verbale di assemblea presso la CCIAA di Siena – degli uffici della società. Venerdì ha incontrato i vari responsabili del settore giovanile, chiedendo loro di continuare immutato l’impegno con i ragazzi, visto che un futuro per la società passa certamente attraverso la continuazione dell’attività di settore. Un segnale che parla di ricerca di una soluzione che, tuttavia, appare alquanto improbabile allo stato dei fatti. Bianchi avrà bisogno di almeno 15/20 giorni per visionare le carte e farsi una idea personale dell’andamento dei conti societari degli ultimi anni, almeno dal 2008, per rispondere a tono alle contestazioni che gli arriveranno dall’Agenzia delle Entrate prima o poi, oltre che per capire come si è arrivati – pur con l’ingente quantità di soldi garantita dalla banca negli ultimi 14 anni – a un deficit di 5,4 milioni di euro (come dichiarato da Piero Ricci in conferenza stampa, ma non certificato da alcun documento contabile ufficiale, visto che l’assemblea quel bilancio non l’ha votato).
La mossa è importante perché lascia aperto qualsiasi scenario: dalla ri-definizione del passivo alla rimessa in bonis della società che nel caso non avrebbe problemi – se svolto tutto entro il termine di iscrizione al campionato 2014-15 – a continuare l’attività come se nulla fosse accaduto in questi mesi difficili. La squadra viaggia forte e ha difeso il quarto posto in classifica contro un avversario talmente debole sulla carta che si sarebbe potuto prendere sottogamba, e anche questo è un passaggio notevole. Il direttore generale Ferdinando Minucci, nelle more di un crescente impegno con Legabasket, ha offerto disponibilità e stipendio al liquidatore per contribuire a che, dopo la ricognizione delle risorse in cassaforte, si possa arrivare a concludere la stagione agonistica attuale senza problemi finanziari ulteriori. Lo staff di prim’ordine della società può garantire che tutto verrà eseguito con l’efficienza di sempre: ma il futuro, inutile negarlo, è sempre sulle rampe di una salita più difficile del Pordoi e del Mortirolo messe insieme.
Lo sponsor, il primo problema. Il fatto è che, due anni dopo il primo campanello d’allarme sulla fine della sponsorizzazione politica/elettoralistica del Monte dei Paschi, non si è riusciti a arruolare un nuovo sponsor. Sette scudetti vinti, Coppe Italia e Supercoppe in quantità industriali, prestigiose partecipazione all’Euroleague con risonanza mondiale, due partite giocate sui parquet della NBA con scarso risalto mediatico e la decisione di trasferirsi a Firenze per le partite europee in questa stagione stanno dando risultati pari a zero. Se a inizio campionato non si era trovato qualcuno che potesse avere un interesse concreto per gli anni seguenti, figuriamoci adesso. Il colpo, forse mortale, purtroppo se lo sono inferto da soli i dirigenti mensanini quando hanno deciso di non votare il bilancio 2012/13 nei termini regolari entro il 31 ottobre. Il PVC era ancora nella mente della Guardia di Finanza e l’impatto sui conti societari era pari a zero. Si dice che la prima bozza chiudeva i conti a -800mila euro. Nelle pieghe del bilancio c’erano i soldi per sopportare un tale passivo. Ma approvarlo avrebbe richiesto un cambio di passo in termini di composizione e conduzione societaria, che in quel momento i vari protagonisti non hanno compreso: forse minacciava varie posizioni di rendita.
L’anomalia della scarsa capitalizzazione in confronto al giro d’affari, una proprietà distante se non addirittura assente (come dimostrano i recenti scambi di accuse tra Basket spa, Polisportiva e Fises), la mancanza di un progetto qualificante sul PalaEstra sono tutte cose che pesano. Il Monte è stato veramente babbo, purtroppo, e i figli abbastanza sprovveduti: un cocktail davvero velenoso. Adesso bisogna attendere i tempi tecnici del liquidatore sperando che non scadano i termini per la proposta di qualche alternativa individuata e abbozzata, come potrebbe essere lo spin-off. Che, a meno di improbabili ribaltoni finanziari e legali con la Federazione, farebbe ripartire la Mens Sana dall’Adecco Gold. E, di conseguenza, ciò implica la ricerca di uno sponsor di taglia inferiore all’Euroleague. Per ricominciare.