SIENA. “Una vera e propria dichiarazione di guerra alla scuola pubblica”. E’ questo il giudizio espresso dalle donne dell’Unione comunale del Partito democratico di Siena in merito al decreto legge numero 112 del 2008 presentato dal Ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini, che prevede una gravissima riduzione delle risorse finanziarie nel triennio 2009 – 2012 per la scuola.
“I tagli delle risorse finanziarie – si legge nel documento delle democratiche senesi – ammontano a 7 miliardi e 832 milioni di euro. E’ chiaro che l’obiettivo che si vuole raggiungere con questa manovra é quello dello smantellamento della scuola pubblica, che si vuole rendere sempre più povera e sempre più schiava, perché questo decreto non nasce da un’analisi ragionata del sistema scolastico nazionale e non ha alcun proposito di migliorare il servizio, ma punta solo a realizzare ingenti economie di spesa. E’ evidente che per questo governo la scuola, il sapere, lo studio non sono risorse e investimenti per il futuro, ma soltanto costi e fastidi.
“Le misure – continuano le donne del Pd – inserite nel capitolo della Legge finanziaria estiva denominato ‘Contenimento della spesa per il pubblico impiego’ annunciano la volontà di questo governo di dismettere la scuola pubblica e privatizzare, gradualmente, tutta l’istruzione. Per fare cassa, il governo ci consegnerà una scuola con meno insegnanti di sostegno, meno ore di studio, meno mediatori culturali e tutto questo peserà sulle famiglie costrette a pagare i servizi, visto che è prevista anche la soppressione delle scuole dei piccoli comuni, le attività pomeridiane e l’assistenza ai bambini con disabilità. Noi vogliamo difendere la scuola pubblica, libera, laica, pluralista e gratuita, che costituisce un valore condiviso dagli Italiani ed appartiene alla storia e alla civiltà del nostro paese. E’ un bene raggiunto con i sacrifici materiali e morali di intere generazioni”.
Il documento delle democratiche senesi si conclude con le proposte del Pd per opporsi ai provvedimenti della Gelmini e il rilancio della scuola: “Insieme – si legge nel documento – organizziamo una grande mobilitazione per aprire una vertenza sulla scuola, per fermare il progetto di questo governo del disimpegno dello Stato dall’istruzione. Chiediamo, pertanto, non soltanto che vengano rivisti i criteri e i parametri di formazione delle classi, e che venga incrementato il numero degli insegnanti di sostegno rivalorizzando il rapporto 1 a 1 per ogni bambino disabile, ma anche che vengano incrementati i trasferimenti da parte dello Stato agli istituti scolastici, affinché la scuola pubblica possa adempiere al compito e al ruolo che al Costituzione le assegna: la promozione dello sviluppo della persona umana”.