SIENA. Susanna Cenni è la nuova responsabile nazionale delle politiche venatorie e della fauna del Partito democratico. L’incarico è arrivato su proposta del segretario nazionale del Pd Walter Veltroni, che ha chiesto alla parlamentare toscana di operare in stretto raccordo con il Ministro ombra dell’ambiente, Ermete Realacci e con il Ministro ombra delle politiche agricole e Forestali, Alfonso Andria.
“Metto volentieri a disposizione del Pd l'esperienza maturata in questi anni – commenta la deputata Susanna Cenni – accettando la responsabilità del settore caccia e fauna selvatica. Un incarico che oggi, alla luce dei continui tentativi in atto da parte del centrodestra di stravolgere la legge 157 del 1992, mi appare ancora più importante”. “Quando prevalgono gli opposti estremismi – continua Cenni – si rischia di fare passi indietro, come dimostra l'attacco dei parlamentari del Pdl alla 157, l’unica legge quadro sulla tutela della fauna e sulla regolamentazione del prelievo venatorio”.
“I temi su cui lavorare sono tanti – va avanti la deputata toscana – ma quella legge va difesa per l'importante punto di equilibrio raggiunto grazie ad un confronto aperto tra mondo venatorio, agricolo ed ambientalista che va assolutamente rilanciato. Proprio da qui intendo ripartire per affrontare temi che vanno dall'inserimento dello storno tra le specie cacciabili, ai danni prodotti dalla presenza eccessiva di fauna nei territori". “Dobbiamo lavorare per un’attività venatoria responsabile e sostenibile – sottolinea Susanna Cenni – e per realizzare una rinnovata sintonia con l'opinione pubblica. L’iter che la Commissione ambiente del Senato sta portando avanti per esaminare i disegni di legge di modifica potrebbe, invece, portare ad un sovvertimento dell’impianto della legislazione. In particolare, in contrasto con le direttive comunitarie e le indicazioni del mondo scientifico, i disegni di legge puntano ad aumentare tempi e specie cacciabili; reintroducono il nomadismo venatorio; depenalizzano i reati più gravi e favoriscono una caccia incontrollata e non in equilibrio con gli interessi collettivi, a partire dalla conservazione della fauna come bene comune”.
“La posizione del Partito Democratico – continua la parlamentare Pd – è sempre stata, al contrario, di grande attenzione verso la vigente legge che ha consentito, là dove correttamente applicata, di raggiungere traguardi importanti dal punto di vista conservazionistico e di definizione di una caccia gratificante e di qualità per chi la pratica. Oggi il Pd chiede al governo una relazione sullo stato di applicazione della legge 157 per valutare eventuali modifiche senza stravolgerne i capisaldi e senza compromettere intese faticosamente raggiunte”.
“Metto volentieri a disposizione del Pd l'esperienza maturata in questi anni – commenta la deputata Susanna Cenni – accettando la responsabilità del settore caccia e fauna selvatica. Un incarico che oggi, alla luce dei continui tentativi in atto da parte del centrodestra di stravolgere la legge 157 del 1992, mi appare ancora più importante”. “Quando prevalgono gli opposti estremismi – continua Cenni – si rischia di fare passi indietro, come dimostra l'attacco dei parlamentari del Pdl alla 157, l’unica legge quadro sulla tutela della fauna e sulla regolamentazione del prelievo venatorio”.
“I temi su cui lavorare sono tanti – va avanti la deputata toscana – ma quella legge va difesa per l'importante punto di equilibrio raggiunto grazie ad un confronto aperto tra mondo venatorio, agricolo ed ambientalista che va assolutamente rilanciato. Proprio da qui intendo ripartire per affrontare temi che vanno dall'inserimento dello storno tra le specie cacciabili, ai danni prodotti dalla presenza eccessiva di fauna nei territori". “Dobbiamo lavorare per un’attività venatoria responsabile e sostenibile – sottolinea Susanna Cenni – e per realizzare una rinnovata sintonia con l'opinione pubblica. L’iter che la Commissione ambiente del Senato sta portando avanti per esaminare i disegni di legge di modifica potrebbe, invece, portare ad un sovvertimento dell’impianto della legislazione. In particolare, in contrasto con le direttive comunitarie e le indicazioni del mondo scientifico, i disegni di legge puntano ad aumentare tempi e specie cacciabili; reintroducono il nomadismo venatorio; depenalizzano i reati più gravi e favoriscono una caccia incontrollata e non in equilibrio con gli interessi collettivi, a partire dalla conservazione della fauna come bene comune”.
“La posizione del Partito Democratico – continua la parlamentare Pd – è sempre stata, al contrario, di grande attenzione verso la vigente legge che ha consentito, là dove correttamente applicata, di raggiungere traguardi importanti dal punto di vista conservazionistico e di definizione di una caccia gratificante e di qualità per chi la pratica. Oggi il Pd chiede al governo una relazione sullo stato di applicazione della legge 157 per valutare eventuali modifiche senza stravolgerne i capisaldi e senza compromettere intese faticosamente raggiunte”.