di Augusto Mattioli
SIENA. Il senese potrebbe risentire molto di più che altri territori della crisi che potrebbe mordere forte il prossimo anno. Lo ha avvertito questa mattina Claudio Vigni, segretario provinciale della Cgil (il maggior sindacato della provincia con oltre 56 mila iscritti) nella sua conferenza stampa di fine anno. “So per esperienza che da noi potrebbe andare peggio che da altre parti per le caratteristiche della nostra economia fatta di piccole aziende. E il piccolo è bello quando le cose vanno bene. Lo è meno quando c’è la crisi” .
Non c’è un settore a Siena e provincia che tranquillizzi. In particolare, i problemi più evidenti riguardano la cameristica e le costruzioni. Per far fronte alla crisi Vigni chiede alla politica senese di lavorare tutti insieme. E visto che c’è un borsello, quello della Fondazione, a cui attingere, ha chiesto che si deve impiegare subito alcune risorse in opere infrastrutturali e in ricerca applicata. “Potremmo investire il 50% delle future erogazione”, ha ipotizzato Vigni. Ma a fronte di questa anticipazione straordinaria il segretario della Cgil ha detto che “dovrebbero essere migliorata la qualità dei progetti presentati. Bisogna chiederci se la Fondazione Montepaschi è un ente assistenziale o se deve piuttosto puntare sulla qualità dei suoi interventi” . Ovviamente l’opzione preferita è la seconda, ma non manca a Siena anche l’idea che la fondazione sia un pozzo senza fondo. I suggerimenti si sono estesi anche alla Banca “che non da sola ma assieme al sistema bancario locale deve muoversi per sostenere il sistema produttivo locale destinando delle risorse” Ma Vigni invita a non perdersi in chiacchiere ma lavorare concretamente per far fronte alle difficoltà di questo periodo. E ha parlato di Fises da rifinanziare.
La riposta l’ha avuta rapidamente. Infatti l’assemblea dei soci oggi ha deciso di aumentare il plafond finanziario a disposizione della Finanziaria, che potrà così impostare una politica di interventi a favore dell’economia senese. “Occorre puntare – ha puntualizzato il sindacalista – sullo sviluppo del lavoro e meno sulla finanza”.
Infine una sottolineatura polemica sulla cooperativa Solidarietà che a causa della crisi finanziaria dell’ateneo dovrà rinunciare a 66 posti di lavoro. “E’incivile che l’università faccia un progetto che penalizza i più deboli, precari e invalidi