Polemiche, squalifiche, contestazioni in attesa del responso di gara 7
di Umberto De Santis
SIENA. Chissà lo sconcerto che ha preso i tifosi dell’Emporio Armani nel vedere in televisione Benjamin Eze, il pivot arrivato all’Olimpia nel gennaio 2011 dal Khimki e pagato un anno intero per non giocare (evidentemente per volontà di Sergio Scariolo neo-coach milanese), prendere due rimbalzi in attacco nel concitato finale di gara 6 contribuendo grandemente alla vittoria senese. Contro una squadra che negli ultimi cinque minuti di partita, dovendo recuperare un pur piccolo svantaggio contro la Mens Sana (63-60), è riuscita a collezionare solo sei miseri punti con 1/5 al tiro, 4/6 ai liberi, 1 palla persa, 1 stoppata subita. Questo è quello che è successo in campo, dove non scendono né le parole dei tifosi, né il suono delle trombette e nemmeno le insinuazioni pretestuose dell’”Aria rancida” dello scorso campionato che cercano di condizionare l’arbitraggio. Tutte scuse per chi ha ancora voglia di credere alle favole: a Cantù per “lancio di monete, accendini, fischietti, bottiglie piene d’acqua” compreso “la temporanea sospensione della gara” il campo è stato squalificato per un turno, ma Sacchetti non l’ha fatta così lunga e ne avrebbe avuto ragione.
A Siena nulla di tutto questo, solo trombette e palline innocue di carta. Anzi, a gara ampiamente conclusa e telecamere spente, il gruppetto dei tifosi milanesi, vedendo apparire sul parquet Daniel Hackett, si è spinto ad insulti vivaci che hanno provocato la pronta reazione verbale dei tifosi senesi ancora presenti all’interno del palazzetto. Calma, la partita quando è finita finisce tutto: in mezzo alle persone che ancora animavano il parterre del Palaestra i giocatori dell’EA7 sono tranquillamente usciti dallo spogliatoio in direzione del proprio pullman senza alcun problema, né pericolo. Siamo pronti a scommettere che, nel caso Alessandro Gentile il prossimo anno decidesse di trasferirsi a Siena, diventerebbe rapidamente un beniamino come Hackett e Moss, solo per fare due esempi.
I santi sono solo in Paradiso, si dice e tutti a Siena si aspettano che i tifosi milanesi saranno pronti a farsi sentire nell’incitare la propria squadra. Banchi potrebbe far vedere ai suoi ragazzi qualche spezzone di vecchie partite mensanine al Pionir di Belgrado o alla Peace and Friendship Arena del Pireo, posti dove la Montepaschi ha giocato e anche vinto. Adesso si va a gara sette: una cosa mai giocata in Italia e che si gioca curiosamente e contestualmente in tre serie dei quarti su quattro a Sassari, Roma (martedì) e Milano (mercoledì). Sfide affascinanti dove entrano in gioco componenti portate all’estremo in fatto di resistenza fisica e mentale. Siamo stati molto critici verso tante iniziative di Legabasket, ma si deve ammettere che l’interesse e la suspence non sono mai stati alti come quest’anno.Keith Langford, punito per un gestaccio al pubblico uscendo dal campo, sarà regolarmente della partita: alla fine solo una deplorazione e, per lo spettacolo, meglio così. Su Mensah Bonsu l’Olimpia deciderà la mattina della gara, come Banchi sceglierà ancora una volta la formula che lascerà fuori almeno uno dei suoi. Saluti a tutti, io vado a vedere Sassari-Cantù, che lo spettacolo vada in onda!
Aggiornamento delle 23:00
Banco Sardegna Sassari – Lenovo Cantù 95-97 (Thornton, T. Diener 18; Ragland 20, Brooks 13). Quasi a sorpresa e conducendo sempre in testa, Cantù guadagna l’accesso alle semifinali grazie all’ultimo arrivato Ragland, una prestazione al tiro collettivo mostruosa (73% da due, 44% da tre) e a una tranquillità disarmante. Di contro Sassari, che aveva iniziato con un parziale negativo di 2-18 ha inseguito costantemente l’avversario senza abbattersi mai fino a ricongiungersi sul 90 pari a un minuto dalla fine. La tripla finale tentata da Brian Sacchetti si è spenta sul ferro per il disappunto dei padroni di casa. Merito a Trinchieri di aver affrontato il basket spigliato e veloce di Meo Sacchetti con le stesse armi della Dinamo, e non curandosi della superiorità ai rimbalzi di Sassari (34/24).
Acea Roma – Trenkwalder Reggio Emilia 72 -59 (Lawal 16, Datome 15; Cinciarini 23, Taylor D. 12), La semifinalista che incontrerà Sassari è l’Acea Roma che dopo un inizio stentato (4-8 al 5′) si porta avanti 23-18 fine primo quarto, mantiene la posizione al riposo e, sospinta da un impeccabile Goss piazza il 18-8 nel terzo periodo che chiude l’incontro. I reggiani dal canto loro soffrono della cattiva serata delle bocche da fuoco Donnell Taylor e Troy Bell (5/18 complessivi), e l’inferiorità sotto le plance (rimbalzi 39/29 per roma che mette a referto anche 5 stoppate).