SIENA. "Quando su un campione rappresentativo di oltre 31mila imprese, elaborato da Confartigianato Toscana, i soggetti non congrui passano dal 30 al 60 per cento, occorre prendere atto che gli studi di settore sono stati elaborati in un quadro economico del tutto diverso da quello attuale". E' questo il commento del deputato del Partito democratico Franco Ceccuzzi, membro della Commissione Finanze e primo firmatario di una proposta di legge di riforma degli studi, di fronte ai primi dati che emergono in Toscana, ma che hanno valore nazionale.
"I dati forniti da Confartigianato sulla provincia di Firenze sono come il tuono prima del temporale – aggiunge Ceccuzzi – e dimostrano quanto sia urgente prendere provvedimenti, come da tempo il Pd ha chiesto al governo. Se continuano ad essere applicati come è avvenuto finora, infatti, gli studi di settore rischiano di creare grandi problemi alle imprese e di perdere la loro credibilità ed efficacia, due elementi che sono legati all'affidabilità statistica. Un default degli studi, infatti, aumenta il contenzioso e può persino far perdere gettito.
Occorre potenziare – continua il deputato Pd – l'attività degli osservatori regionali per andare incontro a quei settori che trovano maggiori difficoltà in un determinato territorio. Accanto a questo, è necessario stimolare un intervento concreto del governo che aggiorni gli studi, rivedendo al ribasso le aspettative dell'amministrazione finanziaria. Questo è quanto si è impegnato a fare l'esecutivo con l'articolo 8 del decreto anticrisi e con l'accoglimento di un ordine del giorno presentato dal Pd, che chiede la sua emanazione al più presto".
Occorre potenziare – continua il deputato Pd – l'attività degli osservatori regionali per andare incontro a quei settori che trovano maggiori difficoltà in un determinato territorio. Accanto a questo, è necessario stimolare un intervento concreto del governo che aggiorni gli studi, rivedendo al ribasso le aspettative dell'amministrazione finanziaria. Questo è quanto si è impegnato a fare l'esecutivo con l'articolo 8 del decreto anticrisi e con l'accoglimento di un ordine del giorno presentato dal Pd, che chiede la sua emanazione al più presto".