Proprio in previsione dell’esposizione in mostra, il manoscritto X.V.1 è stato oggetto di un sapiente restauro, condotto dal Laboratorio L’Arcolaio di Siena
SIENA. È stata recentemente inaugurata, presso il Museo Rolin di Autun e il Museo Denon di Chalon-sur-Saône, la mostra “Miroir du Prince”, una “doppia esposizione”, realizzata con la prestigiosa collaborazione del Louvre, dedicata al mecenatismo artistico degli alti dignitari borgognoni alla fine del Medioevo.
L’iniziativa di Autun – che approfondisce il tema delle committenze artistiche delle grandi famiglie borgognone Rolin e Clugny – propone più di 80 opere tra sculture, dipinti, tappezzerie e preziosi manoscritti tra i quali spicca un codice della Biblioteca comunale degli Intronati.
Si tratta del Missale romanum X.V.1 che fu commissionato proprio da Ferry de Clugny durante gli anni del suo arcivescovato a Tournai (1473-1483). L’alto prelato – formatosi, tra l’altro, all’Università di Bologna – fu un fine collezionista e mecenate e il suo motto “Bonne pensée”, insieme allo stemma azzurro a due chiavi d’oro appoggiato a un pastorale anch’esso d’oro, è raffigurato su quasi tutti i fogli del codice X.V.1. Le raffinate miniature che decorano il messale sono attribuite alla mano del celebre miniatore fiammingo Willelm Vrelant, noto per la sua opera alla corte di Borgogna; fu uno dei più prolifici illustratori di Bruges, cittadina nella quale svolse la propria attività dalla metà del secolo XV fino alla morte (1481-82).
Non è chiara la modalità di arrivo del codice a Siena, anche se sappiamo che la sua presenza era attestata già nel secolo XVIII insieme ad altri messali appartenuti a papa Pio II e ad altri membri della famiglia Piccolomini.
Proprio in previsione dell’esposizione in mostra, il manoscritto X.V.1 è stato oggetto di un sapiente restauro, condotto dal Laboratorio L’Arcolaio di Siena, che ha restituito all’originario splendore l’antica coperta di velluto blu oltremare.