di Mauro Aurigi
SIENA. Mettiamo per pura ipotesi che un “garantista” al calor bianco – come Brunetta tanto per capirci – una mattina senta bussare alla porta della sua villa e mettiamo che, aperta la porta, si trovi davanti il proprio vicino, persona stimatissima ma sul quale ha sentito da un po’ circolare qualche sporadico e sommesso sospetto di pedofilia. E mettiamo che il vicino con voce educata dica a Brunetta: “Stamani accompagno io la tua bambina a scuola, vuoi?”.
Cosa farebbe allora l’adamantino “garantista” Brunetta che già tiene per mano la sua piccola adoratissima bambina per portarla a scuola? Sarebbe coerente con la sua incrollabile fede “garantista” (il vicino non è neanche indagato e meno che mai condannato in primo grado) e gli consegnerebbe l’amato bene? Oppure, se va bene, troverebbe mille scuse per dire “no, grazie”, ma se va male gli sbatterebbe la porta in faccia, se non peggio?
Ai posteri l’ardua sentenza, direbbe il Manzoni. Io invece dico sin da ora che c’è troppa ipocrisia e troppo inconfessabile interesse personale e di casta in campo “garantista”. Deve essere per questo che in Germania, i colletti bianchi sono il 20% della popolazione carceraria, mentre in Italia, paese ben più corrotto, quella percentuale è solo del 2%: ultimi in Europa!
Qui da noi il “garantismo” viene strombazzato ferocemente, soprattutto dalle destre, solo per difendere i potenti corrotti e corruttori, fregandosene di tutti gli altri.