PIANCASTAGNAIO. Da Mario Ponzuoli del Popolo della Libertà pianese riceviamo e pubblichiamo.
"Il settore trainante per Piancastagnaio e per il comprensorio è la pelletteria, comparto che sta attraversando un periodo di crisi che ha determinato rilevanti perdite di posti di lavoro, con conseguenze molto preoccupanti per la comunità locale. Dai dati in nostro possesso, relativi al 28-02-2009, risultano in difficoltà circa 50 ditte, alcune delle quali hanno purtroppo cessato l’attività, e circa 300 sono i dipendenti fra licenziati, sospesi e cassa integrati.
La congiuntura negativa a livello mondiale è sicuramente la causa principale della crisi del settore ma non è l’unica: nonostante il settore amiatino della pelletteria abbia un elevatissimo grado di professionalità e grandi capacità realizzative, possiede anche delle peculiarità negative che aggravano la situazione. L'eccessivo frazionamento operativo a fronte di una concentrazione quasi monopolistica della distribuzione del lavoro determina una fortissima concorrenza fra i vari laboratori che, anziché cercare soluzioni per avere una maggiore forza contrattuale, subiscono la prepotenza dei produttori primari e dei collettori. E' emblematico il corrispettivo mediamente pagato per l’assemblaggio delle borse che è pari a euro minuto 0,28 contro euro 0,32-0,35 normalmente corrisposto a tutte le aziende della Toscana. Ne consegue che, anche in periodi congiunturali favorevoli, la gran parte dei laboratori riesce a sopravvivere solo in virtù della determinazione dell’artigiano e, a volte, del suo intero gruppo familiare.
A peggiorare la situazione contribuisce anche il sistema bancario che, invece di proporsi come forza trainante dell’economia locale con iniziative e proposte creditizie studiate ad hoc sulla base delle caratteristiche economiche del territorio, rimane ancorato a sistemi generali quasi mai in grado di dare giuste risposte alle necessità delle imprese. Nella zona di Montalcino, per esempio, il sistema bancario, per rispondere alle particolari esigenze delle aziende vitivinicole, propose i bond sul Brunello, cioè’ titoli di credito di durata quinquennale con caratteristiche di redditività’ ancorate al futuro prezzo di vendita del prodotto. Nel caso della pelletteria del comprensorio amiatino non sarebbe necessario ricorrere a prodotti finanziari cosi’ sofisticati perché piu’ elementari sono le esigenze e facilmente supportabili con prodotti finanziari gia’ in uso. Sarebbe sufficiente che le aziende e gli imprenditori non fossero valutati secondo le metodologie classiche che vengono dettate dal trattato “Basilea 2”, ma fossero valutati sia sull'affidabilità legata all'anzianità’ operativa, sia sul nominativo dell’imprenditore, dal momento che, nella maggior parte dei casi, si tratta di operatori locali ben conosciuti e facilmente valutabili.
A livello nazionale, il Governo Berlusconi, ha attivato importanti misure per combattere la crisi: ha agito, in accordo con le regioni, con tempestivita’ mettendo a disposizione 8 miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali e ha emesso i cosiddetti Tremonti bond per finanziare la piccola e media impresa.
In merito alla situazione di Piancastagnaio, il Ministero delle Attività Produttive, sta aprendo, su indicazione del Vice Coordinatore Regionale del Pdl, On. Riccardo Migliori, un tavolo sulla crisi della pelletteria per discutere e intraprendere azioni concrete volte a limitarne gli effetti".
"Il settore trainante per Piancastagnaio e per il comprensorio è la pelletteria, comparto che sta attraversando un periodo di crisi che ha determinato rilevanti perdite di posti di lavoro, con conseguenze molto preoccupanti per la comunità locale. Dai dati in nostro possesso, relativi al 28-02-2009, risultano in difficoltà circa 50 ditte, alcune delle quali hanno purtroppo cessato l’attività, e circa 300 sono i dipendenti fra licenziati, sospesi e cassa integrati.
La congiuntura negativa a livello mondiale è sicuramente la causa principale della crisi del settore ma non è l’unica: nonostante il settore amiatino della pelletteria abbia un elevatissimo grado di professionalità e grandi capacità realizzative, possiede anche delle peculiarità negative che aggravano la situazione. L'eccessivo frazionamento operativo a fronte di una concentrazione quasi monopolistica della distribuzione del lavoro determina una fortissima concorrenza fra i vari laboratori che, anziché cercare soluzioni per avere una maggiore forza contrattuale, subiscono la prepotenza dei produttori primari e dei collettori. E' emblematico il corrispettivo mediamente pagato per l’assemblaggio delle borse che è pari a euro minuto 0,28 contro euro 0,32-0,35 normalmente corrisposto a tutte le aziende della Toscana. Ne consegue che, anche in periodi congiunturali favorevoli, la gran parte dei laboratori riesce a sopravvivere solo in virtù della determinazione dell’artigiano e, a volte, del suo intero gruppo familiare.
A peggiorare la situazione contribuisce anche il sistema bancario che, invece di proporsi come forza trainante dell’economia locale con iniziative e proposte creditizie studiate ad hoc sulla base delle caratteristiche economiche del territorio, rimane ancorato a sistemi generali quasi mai in grado di dare giuste risposte alle necessità delle imprese. Nella zona di Montalcino, per esempio, il sistema bancario, per rispondere alle particolari esigenze delle aziende vitivinicole, propose i bond sul Brunello, cioè’ titoli di credito di durata quinquennale con caratteristiche di redditività’ ancorate al futuro prezzo di vendita del prodotto. Nel caso della pelletteria del comprensorio amiatino non sarebbe necessario ricorrere a prodotti finanziari cosi’ sofisticati perché piu’ elementari sono le esigenze e facilmente supportabili con prodotti finanziari gia’ in uso. Sarebbe sufficiente che le aziende e gli imprenditori non fossero valutati secondo le metodologie classiche che vengono dettate dal trattato “Basilea 2”, ma fossero valutati sia sull'affidabilità legata all'anzianità’ operativa, sia sul nominativo dell’imprenditore, dal momento che, nella maggior parte dei casi, si tratta di operatori locali ben conosciuti e facilmente valutabili.
A livello nazionale, il Governo Berlusconi, ha attivato importanti misure per combattere la crisi: ha agito, in accordo con le regioni, con tempestivita’ mettendo a disposizione 8 miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali e ha emesso i cosiddetti Tremonti bond per finanziare la piccola e media impresa.
In merito alla situazione di Piancastagnaio, il Ministero delle Attività Produttive, sta aprendo, su indicazione del Vice Coordinatore Regionale del Pdl, On. Riccardo Migliori, un tavolo sulla crisi della pelletteria per discutere e intraprendere azioni concrete volte a limitarne gli effetti".