"Non si può far pagare ad un'amministrazione la scelta dei privati"
SIENA. Da Bruno Valentini riceviamo e pubblichiamo.
“La Giunta Comunale di Siena ne ha inventata un’altra. Dopo aver fatto arrabbiare i genitori fingendo di dover sostituire le educatrici comunali degli Asili Nido con l’appalto a cooperative esterne per inesistenti problemi di bilancio, la scuola è ancora nel mirino. Questa volta per il diritto dei bambini residenti in altri Comuni a frequentare le scuole di Siena. Cosa che peraltro accade praticamente per tutti i Comuni capoluogo italiani rispetto al territorio circostante. Si pretende una partecipazione economica dai Comuni contermini e si impugna la convenzione col Comune di Asciano che semplicemente disciplina i rapporti fra i due enti relativamente al fatto che gli alunni delle frazioni di Taverne e di Arbia vanno ad Asciano per la scuola materna ed elementare ed a Siena per la scuola media. Evitando, così, di avere edifici e servizi duplicati a così breve distanza.
Nello scorso mandato l’Amministrazione che ho diretto aveva già affrontato la questione generale togliendo eventuali agevolazioni (mensa e trasporto) alle famiglie non residenti che intendevano far frequentare ai propri figli le scuole di Siena. In questo modo si evitava che il maggior costo fosse a carico dei contribuenti senesi, a meno che ogni singolo Comune non intendesse farsi carico della differenza fra tariffa piena ed agevolata relativamente alla situazione economica di ciascuna famiglia. Questo obiettivo di equità è già stato raggiunto, ma nessuno può pretendere da un’altra Amministrazione Comunale che paghi per la scelta di una famiglia ivi residente di iscrivere il figlio o la figlia alla scuola primaria di un altro Comune. Lo stesso si potrebbe dire, ad esempio, per le tariffe di ingresso all’impianto comunale del Campo Scuola, perchè caso mai dovrebbe essere il singolo utente a pagare un costo diverso da un residente a Siena, ma niente di più. Non certo chiamando a risponderne il Comune di provenienza.
L’assessore alla pubblica istruzione Benini, però, una ne ha imbroccata e cioè quella di ammettere che nonostante la denatalità è opportuno pensare a costruire scuole nuove, più moderne e sicure, vendendo o recuperando ad altre destinazioni i plessi scolastici più fatiscenti. Esattamente quello che c’è da fare con il progetto della nuova scuola di San Miniato. Togliere i bambini dalle ex-celle dei frati dell’Osservanza e dargli una nuova sede, riorganizzando il sistema scolastico e rinunciando agli edifici obsoleti, ambientalmente inidonei e costosi da gestire”.